SALENTO – Due tentativi di assalto a sportelli bancomat in piena notte, altrettanti fallimenti per l’attivazione dei sistemi di sicurezza.
La cosiddetta “banda della marmotta” è tornata in azione nel Leccese, ma stavolta ha dovuto fare i conti con antifurti e la presenza di pattuglie dei carabinieri già operative sul territorio che hanno costretto i malviventi alla fuga ancor prima di poter piazzare l’esplosivo.
I fatti si sono verificati nella notte tra giovedì e venerdì, a partire dalle 3.15 circa, nell’hinterland del capoluogo salentino. A finire nel mirino due filiali della banca Monte dei Paschi di Siena, la prima a San Pietro in Lama, in via Roma, nel cuore del centro storico, dove almeno in tre, arrivati a bordo di un’auto di grossa cilindrata e con i volti coperti, hanno tentato di introdurre l’ordigno nello sportello automatico.
Il piano, tuttavia, è stato subito sventato perché al primo tentativo di forzare la fessura del bancomat, è scattato il sistema d’allarme nebbiogeno, che ha riempito l’area di fumo impedendo qualsiasi visibilità. A quel punto i ladri, colti di sorpresa, hanno deciso di abbandonare l’operazione, raccogliendo rapidamente l’attrezzatura e dandosi alla fuga. Una scelta obbligata, considerando che proprio in quelle ore era in corso un servizio preventivo dei carabinieri della compagnia di Lecce, con pattugliamenti intensificati proprio tra San Pietro in Lama e le zone limitrofe. I militari sono infatti arrivati sul posto nel giro di pochi minuti.
Nonostante il fallimento, il gruppo non ha rinunciato al proprio obiettivo. Pochi minuti dopo, ha tentato un secondo colpo, questa volta a Surbo, in via Lecce, dove si trova un’altra filiale della Mps. Anche in questo caso, si presume che i malviventi siano arrivati in circa dieci minuti percorrendo la tangenziale ovest di Lecce e un tratto della statale 613, ma lo scenario si è ripetuto: l’allarme è entrato in funzione e il blitz è stato nuovamente interrotto.
Ora le indagini dei carabinieri si concentrano sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate all’esterno delle due banche e lungo i percorsi utilizzati dalla banda per fuggire. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire ogni spostamento per risalire all’identità dei responsabili.
La tecnica utilizzata, nota come “marmotta esplosiva”, è ormai ben conosciuta dalle forze dell’ordine. Si tratta di un ordigno artigianale dotato di una forte carica distruttiva, una sorta di cassetta rettangolare contenente polvere pirica, che viene inserita nella fessura del bancomat e fatta esplodere mediante una miccia.
In provincia di Lecce questa modalità è già stata impiegata in più occasioni, con due episodi analoghi registrati nell’aprile dello scorso anno, entrambi nel Capo di Leuca.
Le forze dell’ordine restano in stato di allerta per prevenire nuovi attacchi e assicurare alla giustizia i componenti della banda.