“Il 2025 sarà per la nostra regione un anno da dimenticare. La Puglia brucia, e con lei brucia un pezzo della nostra identità, del nostro paesaggio”. Così il consigliere del M5S Cristian Casili commenta il bilancio drammatico degli incendi che stanno devastando il territorio pugliese.
“La provincia di Lecce, tra le meno boschive d’Italia, – continua Casili – registra il dato peggiore: oltre 317 incendi e migliaia di ettari ridotti in cenere nei primi mesi estivi del 2025. Un danno incalcolabile dal punto di vista ambientale, paesaggistico e sanitario, ma soprattutto una sconfitta annunciata, frutto dell’assenza di una strategia vera. Serve una programmazione organica e pluriennale, che metta al centro prevenzione, gestione e contrasto strutturato del rischio incendi. E servono scelte nette.
Non è più tempo di rincorrere l’emergenza e i tanto invocati Canadair non bastano: dobbiamo investire seriamente in risorse umane per la cura del bosco, perché senza manutenzione, quella biomassa diventa carburante pronto a bruciare. È fondamentale rafforzare chi lavora sul campo, dotarlo di strumenti, mezzi e competenze.
La Regione Puglia si è dotata da anni si una legge sul ‘fuoco prescritto’, a mia firma, che consentirebbe di ridurre drasticamente la portata degli incendi, come già accade in Spagna e Portogallo, dove questa tecnica ha ridotto dell’80% la devastazione dovuta al fuoco. Abbiamo fatto diverse audizioni sul tema, in cui ho chiesto di dare seguito a quanto approvato, ma a causa di un rimpallo di responsabilità tra gli assessorati la norma è rimasta nel cassetto. Va applicata subito, formando il personale e organizzando un vero coordinamento interforze”.
Casili chiede chiarezza anche sul ruolo di Arif. “Abbiamo un’agenzia regionale che si occupa di attività irrigue e forestali, ma oggi lavora a mezzo servizio. Mettiamola nelle condizioni di operare al massimo, perché la gestione dell’acqua e del patrimonio forestale sarà decisiva per fronteggiare siccità e incendi. L’appello è a tutta la politica regionale: se non comprendiamo l’urgenza di agire ora, ci troveremo di fronte a scenari apocalittici, peggiori delle fitopatie in atto. I cambiamenti climatici non aspettano i tempi lenti della politica. Sono necessari coraggio, visione e responsabilità. Ora”.