Erriquez (Io Sud): “I cittadini stanno assistendo a fatti, non a parole.”
C’è un aspetto che spesso sfugge nel dibattito politico: la memoria collettiva.
Non quella ufficiale, scritta nei comunicati o proclamata dai palchi. Ma quella viva, reale, della gente.
Ed è a questa che si rivolge oggi la consigliera comunale di Io Sud, Erriquez.
“Oggi l’opposizione si atteggia a coscienza critica della città. Ma dov’erano quando si consumavano scelte opache, quando si escludevano associazioni, professionisti e cittadini solo perché non allineati?” – si chiede Erriquez.
C’è chi parla di bandi e trasparenza, ma dimentica gli avvisi pubblici pubblicati per poche ore, giusto il tempo per far entrare i soliti noti. Dimentica gli affidamenti diretti a professionisti “amici”, spesso provenienti da altre regioni, mentre qui – nella nostra città – competenze e professionalità restavano fuori.
“Chi c’era allora – continua – non può oggi fare il finto tonto. Non può parlare di democrazia partecipata se in passato ha assegnato spazi pubblici senza bando, solo con promesse dette a voce, magari davanti a un caffè. Luoghi che ancora oggi funzionano, e che danno lavoro ad amici, mogli, amanti. Proprio come loro oggi imputano ad altri, parlando della Lupiae. Ma allora, perché ieri hanno taciuto?”
Erriquez getta lo sguardo al clientelismo: “Se sei amico, vai avanti. Se non sei dei loro, resti in panchina. È stato questo il metodo. Hanno costruito un cerchio chiuso, e chi restava fuori non poteva nemmeno sperare in una partecipazione reale. Oggi qualcuno si lamenta di non esserci più. Ma chi li ha mai visti, davvero, parlare con la città? Forse solo durante le campagne elettorali. Sempre lì, sul palco, a pontificare. Mai un confronto alla pari, mai uno sguardo orizzontale.”
Eppure, nonostante tutto, Erriquez riconosce che non tutto è stato sbagliato: “C’è stata una grande capacità – dice – nel saper intercettare finanziamenti pubblici. Ma è stata opera di professionisti seri e di una Regione compiacente. Non c’era una visione, non c’era un’idea condivisa. Solo l’abilità di costruire un sistema. Un sistema che ha garantito sette anni di regno incontrastato, in cui il terzo settore è stato scelto, modellato, utilizzato come contenitore elettorale.”
“Oggi – riflette Erriquez – si scandalizzano se qualcuno non risponde subito a una chat, come se fosse un’offesa personale. Ma dove erano quando la città chiedeva risposte? Quando le persone cercavano ascolto, e trovavano solo silenzi?”
La consigliera guarda avanti, ma non dimentica, credendo nella possibilità di costruire una nuova politica:
“Basta con le vecchie guardie. Quelle che occupano la poltrona da decenni, convinte che la politica sia una proprietà privata. In realtà la politica funziona quando è aperta, quando cambia, quando ascolta. E oggi, a governare, c’è una maggioranza nuova, fatta di consiglieri alla prima esperienza. Con idee nuove, visioni nuove, e soprattutto con il coraggio di non appartenere a nessun sistema.”
E conclude con un auspicio, che è anche un impegno:
“Confido nella creazione dei comitati di quartiere. Quelli veri, non di facciata. Quelli che mettono in discussione anche chi governa. Confido nella forza silenziosa dei cittadini. Quelli che non parlano, ma sanno. E spero che tutti noi – consiglieri, amministratori, giovani e meno giovani – possiamo finalmente contribuire a sradicare un modo di fare politica che puzza di stantio. Perché oggi serve coraggio. Ma anche memoria.”