Vestito di tutto punto sotto il sole cocente, la storia infinita del cagnolino sfruttato per chiedere l’elemosina nella centralissima via Trinchese.
Andrea Guido: “Il maltrattamento, sotto gli occhi di centinaia di passanti, va avanti da almeno un anno nonostante i numerosi sollecitati interventi per mettere fine alla triste esibizione”.
Ancora senza soluzione la vicenda dei cani usati come strumento di accattonaggio a Lecce. Nel centro della città, tra piazza Mazzini e piazza Sant’Oronzo, sotto gli occhi di residenti e turisti, un cane è costretto a restare immobile per ore, sotto il sole di questi giorni afosi, vestito dei colori della squadra del Lecce e con gli occhiali da sole sul musetto, forse per impietosire i passanti, sotto il controllo di un uomo che chiede l’elemosina.
“Non possiamo restare a guardare, né aspettare che questo cane venga trovato morto in un angolo della città, come purtroppo è già successo ad altri animali sfruttati nell’accattonaggio” dichiara l’assessore alla Tutela degli animali, Andrea Guido – “i sopralluoghi da parte delle autorità veterinarie e forze dell’ordine non hanno portato a nulla. Secondo il Servizio Veterinario dell’ASL Lecce non si può parlare di maltrattamento, mentre secondo la Polizia Locale il cane non risulta essere sottoposto a nessuna forma di costrizione. Ovvio: se per un controllo del genere si usano gli automezzi ufficiali con tanto di lampeggiante e il personale si vede arrivare da lontano in divisa è normale che il senza fissa dimora faccia in tempo a svestire il cane e a organizzare una parvenza di normalità. Ma la verità la conosciamo tutti qual’è, perché è sotto gli occhi di tutti, tranne, probabilmente, di chi dovrebbe intervenire. Ma, soprattutto, inviterei il personale del Servizio Veterinario a rimanere tante ore sotto il sole in quelle condizioni per comprendere bene che è maltrattamento bello e buono quello che succede ogni giorno in via Trichese ai danni del povero cucciolo. Forse così comprenderebbero. Io e il consigliere Lara Cataldo, alla fine, l’appostamento lo abbiamo fatto. Da normali cittadini, senza divisa, ovviamente. E abbiamo appurato di persona la situazione. Abbiamo poi regolarmente presentato la denuncia, ma nulla! Non è cambiato nulla. Abbiamo chiesto l’immediato sequestro del cane per metterlo in salvo da ulteriori maltrattamenti, la verifica delle condizioni psicofisiche dell’animale da parte di un veterinario pubblico e l’apertura di un’indagine per maltrattamento animale. Nel frattempo quel cagnolino è ancora lì, con 40 gradi, costretto a restare immobile sul marciapiede, pietrificato, vestito di tutto punto e con un paio di occhiali da sole. Sembrerebbe una scena simpatica, vero? Ma non c’è nulla di cui sorridere, ve lo garantisco”.
“Sono esausto” – conclude l’assessore Guido – talmente stanco che mi viene da pensare che in taluni casi sono gli stessi Enti preposti alla soluzione dei problemi a portare determinate situazioni all’esasperazione. Sono deluso dall’atteggiamento dei veterinari dell’ASL e allo stesso tempo vorrei più attenzione alla materia da parte degli organi comunali che io stesso rappresento. Ma non mi arrendo e rimango convinto del fatto che ci sia una rivoluzione culturale in atto da circa un decennio in Italia, una rivoluzione che arriva dal basso attraverso gli Enti del Terzo settore e i liberi cittadini e che forse ancora non è arrivata a coinvolgere o a travolgere forze dell’ordine e pubblici uffici in genere. Intanto, per la vicenda di via Trinchese, ho chiesto al Comandante della Locale di poter valutare la possibilità di un intervento in borghese”.