Un tavolo di lavoro europeo permanente sul tema Xylella fastidiosa.E’ questo l’auspicio del Presidente della Regione Puglia che questa mattina a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, ha incontrato i parlamentari europei sull’emergenza Xylella fastidiosa. L’incontro con i parlamentari europei è stato promosso dal Presidente della Regione Puglia e si è svolto alla presenza dell’Ambasciatore Stefano Sannino, Rappresentante Permanente d’Italia presso l’Unione Europea e del Capo Dipartimento del MIPAAF Giuseppe Blasi. Assai significativa la partecipazione degli europarlamentari italiani, di tutti gli schieramenti politici.
Obiettivo dell’incontro, sensibilizzare i parlamentari europei per lavorare insieme e difendere, in sede europea, gli interessi della Puglia e, più in generale, dell’intera Italia, considerato che le Istituzioni europee giocano un ruolo chiave nella gestione dell’emergenza Xylella fastidiosa (il batterio che sta creando gravi danni al settore olivicolo e vivaistico pugliese).
Il Presidente ha evidenziato come nello stemma della Regione Puglia ci sia il principale fattore identitario del nostro territorio, e cioè l’ulivo. La Puglia ha 60 milioni di ulivi e ben 5 milioni di piante, con secoli e secoli di vita, sono non solo sculture naturali di rara bellezza ma anche patrimonio di biodiversità straordinario che il Consiglio regionale pugliese ha inteso valorizzare e proteggere con una innovativa legge sugli ulivi monumentali.
L’identità del paesaggio pugliese sta proprio nel rapporto tra uliveti storici e mare. Come dice il nostro Piano paesaggistico. Per questo veniamo colpiti al cuore e chiediamo di non essere puniti per questo flagello ma di essere aiutati a combatterlo.
Tre i temi principali affrontati
La vulnerabilità e la sicurezza delle frontiere dell’Europa, dal momento che il batterio patogeno da quarantena noto come Xylella fastidiosa, è stato importato probabilmente dall’America latina.
La necessità di continuare ad investire in ricerca in questo settore, utilizzando tutti i fondi disponibili a livello europeo e nazionale.
Infine le ricadute dannose sull’economia e in particolare sugli agricoltori e sui vivaisti, non solo della Puglia ma dell’intera Italia, cui occorre trovare una soluzione a livello europeo. C’è la necessità dunque che gli agricoltori pugliesi, vittime della Xylella, non vengano considerati come colpevoli ma vengano sostenuti ad affrontare un passaggio così drammatico.
L’incontro ha consentito di chiarire una questione particolarmente delicata e oggetto di strumentalizzazione politico giornalistica. Il tema dei test di patogenicità che non muta la cogenza della direttiva comunitaria che impone, in presenza di un batterio patogeno da quarantena, la procedura delle eradicazioni; viceversa, è stata la Regione Puglia, in ogni contesto europeo, a chiedere la limitazione delle eradicazioni soltanto nelle aree di confine al fine di perimetrare la zona e di bloccare l’espandersi dell’infezione.
Resta indispensabile per la politica e per ogni istituzione pubblica riferirsi agli indirizzi della comunità scientifica sia per il che fare in presenza dell’infezione sia per validare le auspicate sperimentazioni di tecniche innovative di contrasto alla Xylella.
Per il Presidente si tratta di una sfida inedita per il vecchio continente e per questo occorre che la si affronti non con la furbizia di chi propone guerre commerciali all’interno dell’Unione Europea, ma con lo spirito della solidarietà europea, aiutando la Puglia, l’Italia ma anche l’Europa stessa ad affrontare questa battaglia in maniera positiva. Per questo l’auspicio del Presidente della Regione è che questo tavolo di lavoro europeo possa diventare permanente. Appello, questo, raccolto in pieno dagli europarlamentari presenti che hanno ribadito l’attenzione che rivolgono al tema e la volontà di “fare squadra”, di lavorare assieme, al di là degli schieramenti politici, per individuare soluzioni e risposte efficaci.
Il Presidente ha poi colto l! occasione di ribadire ancora una volta la necessità di compiere le buone pratiche agronomiche, e cioè arare i terreni per smuovere la terra e impedire così che con il caldo le larve possano mettere le ali e volare, anche per ridurre il ricorso a misure più drastiche ed invasive.