Non è una boutade, Vincenzo Barba insiste: “Se Frasca non va via, vado via io”. I regolamenti di conti sono anche tra fittiani nei giorni dopo il voto. E’ stato Mino Frasca il primo a dare fuoco alle polveri sparando su Gabellone, colpevole, a suo dire, di aver disgregato il partito in sei anni di gestione: da allora la guerra non si è più fermata. Sono in troppi a essere rimasti fuori e presto sarà avviata una riflessione. Frasca, dopo essere stato bacchettato da Barba, ha dichiarato di voler lavorare con gli avversari del senatore per un nuovo centrodestra a Gallipoli. “Nella città jonica sono stato sostenuto dal consigliere Guglielmetti e dall’assessore Piteo con i quali continueremo a lavorare”- ha dichiarato. Barba bolla queste alleanze come “inciuci bassi e peggiori del Patto del Nazareno”. Frasca, dopo le minacce del senatore, dice di non voler replicare, ma chiarisce che dalla Sgm non si muoverà.
La verità è che è stato necessario l’intervento di Fitto per far sbollire un po’ gli animi. L’ex ministro ha convocato Marti e Frasca per chiedere di abbassare i toni: l’ex assessore alla Casa ha aiutato il candidato neretino alle regionali, ma non è bastato a superare Congedo e a fare eleggere il presidente della Sgm, così il giorno dopo sono esplosi i veleni contro il presidente della Provincia, che invece si è schierato con Macculi durante la campagna elettorale. La riflessione nel centrodestra, dunque, tarderà ad assere avviata, perché bisogna far placare gli animi. Anche perché è in corso una lotta per il coordinamento del nuovo soggetto politico creato da Fitto, Conservatori e Riformisti. Non c’è solo Gabellone a rivendicare il coordinamento, ma anche Frasca.
Nel centrosinistra, invece, si discuterà delle regionali nella prossima direzione, che sarà fissata dopo la segreteria che si terrà la settimana prossima. La minoranza democratica, dopo le uscite piuttosto taglienti contro la segreteria in carica, cerca di moderare i toni sulla stampa. Eppure, il successo di Blasi, secondo una parte dei democratici, potrebbe rimettere in discussione gli equilibri interni. Nel comizio di ringraziamento dell’ex sindaco di Melpignano, con Bellanova e Salvatore Capone sul palco, qualcuno gridava “e adesso riprendiamoci il partito”. E’ chiaro che la minoranza è già al lavoro per tessere le alleanze che dovranno fare la differenza nel prossimo congresso, che però è lontano. Il segretario Piconese non si preoccupa di critiche o rivendicazioni: “Il partito, da quando sono segretario, vince sempre: la lista del Pd in provincia di Lecce è la più forte in assoluto in Puglia: abbiamo avuto un risultato straordinario. Nella lista abbiamo rappresentato tutte le anime del partito”. Insomma, nulla quaestio, la segreteria è forte e resterà al suo posto perché vince, nonostante i mal di pancia.