LECCE – Spuntano quattro eccellenti indagati nell’inchiesta sull’assegnazione delle case popolari a Lecce. Nomi eccellenti nelle stanze di Palazzo Carafa: gli assessori Attilio Monosi, Luca Pasqualini, il vicepresidente del Consiglio comunale Antonio Torricelli e il dirigente comunale Lillino Gorgoni.
Le accuse, contenute nel decreto di sequestro, sono gravi e pesanti: associazione a delinquere, abuso d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Nelle scorse ore i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, guidati dal tenente colonnello Nicola De Santis, hanno eseguito un blitz negli uffici comunali.
I finanzieri, su mandato del procuratore aggiunto Antonio De Donno, hanno effettuato una serie di perquisizioni. Gli investigatori si sono presentati alla buon’ora presso gli uffici comunali acquisendo documentazione relativa alla gestione dell’edilizia popolare e pc estendendo gli accertamenti anche nelle abitazioni degli indagati.
Le acquisizioni hanno anche interessato una società leccese intestata ad uno dei quattro indagati. I finanzieri, poi, si sono trasferiti negli uffici della Polizia Municipale di viale Rossini presentandosi nella stanza dell’assessorato al Traffico, Luca Pasqualini, negli uffici comunali di via Lombardia e presso l’ufficio Tributi di piazza Partigiani. Il sospetto, ancora tutto da verificare, è che ci siano state delle irregolarità nelle assegnazioni degli alloggi popolari. L’accusa di associazione, secondo il teorema accusatorio accusatoria, si configura perchè i quattro indagati avrebbero favorito alcuni richiedenti a discapito dei legittimi assegnatari inseriti nella graduatoria. Ipotesi, ovviamente, che necessiterà dei dovuti riscontri.
In tutti questi mesi gli inquirenti hanno effettuato acquisizioni di carte dando così spessore al materiale acquisito. Il lavoro dei finanzieri venne avviato sulla base di un esposto presentato il 28 aprile di due anni fa dalla deputata del Pd Teresa Bellanova e dal consigliere del Pd Antonio Rotundo.
I due, giorni prima, si resero protagonisti di un acceso confronto, tra i corridoi della Procura, con il sindaco Paolo Perrone che li aveva pubblicamente invitati a rivolgersi alla magistratura per segnalare la presunta compravendita di voti che avrebbero segnato la campagna elettorale del 2012 in città. in particolare nella zona della 167 A. Nel collegio difensivo, tra gli altri, compaiono gli avvocati Giancarlo Caiaffa e Riccardo Giannuzzi.
Francesco Oliva