Uno degli stilisti più apprezzati e talentosi, Antonio Tarantino, è soprattutto uno spirito libero, un visionario, come ama definirsi lui. Un artista a tutto tondo, che nella vita ha spaziato attraverso numerose diverse forme di espressione artistica. Nell’intervista abbiamo parlato della moda il suo grande amore, di sociale, del suo stile nella moda, le sue creazioni, le sue scelte personali e di imprenditoriali. E di molto altro. Uno stile di vita piuttosto che uno stile e basta. Grande personalità artistica e creativa. Fuori da ogni schema. Quest’anno si è lasciato ispirare dalla donna glam-rock. Chic, ma allo stesso tempo stravagante e grintosa. Nella sua prossima sfilata a dicembre vedremo proprio questo. Il futuro della moda è cercare di convincere le persone a volersi bene attraverso la moda. Pensare alla moda come ad un fedele compagno di viaggio.
Il mondo della moda italiana sta attraversando un momento di crisi e il rischio che realtà estere più intraprendenti possano farci scivolare in basso nel ranking è molto reale. Quale consiglio ti sentiresti di dare al sistema-moda per aiutarlo a reagire a questa situazione per molti versi paralizzante?
E’ l’uomo ad essere in crisi, non la moda. Psicologicamente, emotivamente. E’ questo quello che porta ad avere una crisi di idee, dalla quale solo poche persone riescono ad emergere.
Oggi nel terzo millennio, per imporsi nel mercato della moda basta la creatività, si può essere stilisti puri o si è costretti ad essere anche un po’ manager, uomo d’affari e un po’ meno stilista?
Sicuramente il lavoro, specie in questo settore, mi porta ad essere spesso anche un po’ manager e uomo d’affari, ma questo non mi rende meno artista. Posso contare su un intero staff al quale delegare molto del mio lavoro, ma senza perdere mai il controllo di tutto.
Qual è stato il tuo percorso per diventare quello che sei oggi? Hai qualche rimpianto o rifaresti tutto quello che hai fatto?
Il mio è stato un percorso spontaneo, come tutte le mie cose d’altronde. Non ho programmato di essere quello che sono diventato e qualsiasi cosa io sia oggi lo sono a metà, perché per esserlo pienamente avrei bisogno di altri mercati e altre città.
Come è messa la moda in Puglia?
Ormai la moda, dopo la globalizzazione, è uguale in quasi tutti i paesi. Certamente Lecce non sarà la città più elegante del mondo o tanto meno la città della moda per eccellenza, ma è parte dell’ingranaggio che fa andare avanti il nostro lavoro.
Presto presenterai la tua ultima collezione. A cosa ti sei ispirato?
Quest’anno mi sono lasciato ispirare dalla donna glam-rock. Chic, ma allo stesso tempo stravagante e grintosa.
Abbiamo parlato di ispirazione, ma chi sono le donne a cui ti rivolgi?
Non mi rivolgo ad una donna in particolare. Mi lascio ispirare dal momento e dalla donna che ho davanti agli occhi. Ogni donna può scatenare la mia ispirazione.
Se dovessi scegliere una sola definizione che si adatti alla tua persona, quale sceglieresti?
Visionario.
Cosa è secondo te la trasgressione? Infrangere le regole o ignorare le regole?
La vera trasgressione è inventarne di nuove e poi infrangere anche quelle.
Un must have per Antonio Tarantino?
Il profumo. E’ il primo accessorio che indosso ogni giorno e di cui non posso fare a meno.
Com’è composto il tuo team?
Il mio grande team è composto da look maker, hair-stylist, sarte e disegnatori. Tutti insieme diamo vita a quello che è Antonio Tarantino Concept.
Si può dire che il tuo staff sia il tuo primo tester?
Materialmente no. Il mio team è composto interamente da uomini. Ma ognuno di loro ha la propria sensibilità e il proprio modo di vedere e curare la donna, quindi quando nasce un’idea loro sono i primi con cui la condivido e successivamente la esprimo attraverso loro. Insieme.
Parte più eccitante del tuo lavoro?
La continua sfida con chi non crede in me e nel mio lavoro.
Tre pregi e tre difetti di Antonio Tarantino?
I pregi li lascio dire agli altri. I difetti sicuramente tanti, ma primo in assoluto il prendermi sempre cura degli altri. Anche contro i miei stessi interessi.
Cosa fai nel tempo libero, quando non lavori?
Ho solo tempo libero. Il mio non è un lavoro. Credo che i veri lavori siano quelli tosti, il mio è un’altra cosa.
Qual è l’evento fashion che hai organizzato di cui sei più orgoglioso?
Anni fa organizzai una cena in strada con una lunga tavolata. Piatti, bicchieri, tovaglie, parlavano di me e creavano un’atmosfera elegante. Bloccare una comune strada non è certamente come bloccare Via Monte Napoleone, ma mi rallegra sapere che Dolce&Gabbana quest’anno ha organizzato un party molto simile. Mi ha ricordato quel periodo e ne sono orgoglioso.
Ne “Il ritratto di Dorian Grey” del celebre Oscar Wilde si legge: “Nel bene o nel male l’importante è che se ne parli”, condividi?
Credo che questo pensiero ormai sia diventato scontato e da ‘massa’. Passatemi il termine. Non bisogna sempre far parlare di sé. Bisogna far parlare se si ha qualcosa da raccontare col proprio essere o col proprio lavoro, senza cercare continue gratificazioni.
Il futuro della moda è?
Cercare di convincere le persone a volersi bene attraverso la moda. Pensare alla moda come ad un fedele compagno di viaggio.
Ci sono persone che ti senti di ringraziare?
Mia madre prima di tutti, che è stata la mia consigliera e ispiratrice. E il mio intero team che da trentacinque anni mi accompagna con dedizione, rinunciando anche ai loro interessi pur di portare a termine i nostri.
Clarissa Rizzo