di Gaetano Gorgoni
ROMA – L’idea del “quarto petalo” nel centrodestra agita i sonni di molti esponenti politici e crea un turbine di indiscrezioni e smentite che va avanti da un bel po’. Ma cosa dicono i protagonisti? Sono prudenti, perché nulla è ancora chiaro, nonostante le elezioni politiche siano sempre più vicine. Incuriosisce molto il futuro di Direzione Italia: i fittiani hanno dominato la Puglia e in questa regione continuano ad essere un partito importante, anche se l’emorragia e le spaccature lo hanno indebolito gravemente. Ora la prospettiva più fattibile è quella di un’alleanza con lo Scudocrociato, ma c’è lo scoglio dei leader pugliesi da superare. Il 14 ottobre, a Vicoforte Mondovì, ci potrebbe essere una riunione tra i leader che dovrebbero comporre il quarto petalo. È prevista la partecipazione di numerosi big della politica nazionale, fra cui: Stefano Parisi, Raffaele Fitto, Flavio Tosi, Lorenzo Cesa, Stefano De Luca, Gaetano Quagliariello, Enrico Zanetti, Luigi Florio.
Intanto, Matteo Salvini, ai microfoni del Corrieresalentino.it, ha ammesso di dialogare con l’ex ministro di Maglie, non ha negato il buon rapporto, ma non si è spinto oltre. L’operazione con i salvianiani, però, non sembra avere più molte chance. In mattinata, l’onorevole Lorenzo Cesa, leader Udc, raggiunto al telefono, resta possibilista sull’alleanza Direzione Italia – Udc, ma spiega che ora non c’è un accordo concreto. “Non c’è nulla. Sono stato 20 giorni in Sicilia a fare la campagna elettorale. Ho visto Fitto e i suoi, ma non c’è niente in corso: nessun accordo è stato chiuso – spiega il numero uno dello Scudocrociato – Se ci sarà la volontà di chiudere qualcosa con Forza Italia e con tutto il mondo centrista, lo dirò in Consiglio nazionale. È necessario capire quale sarà la legge elettorale. Con Fitto c’è un ottimo rapporto però”. Insomma, è chiaro che per il leader centrista bisogna attendere prima di fare fughe in avanti: ci sono alcuni equilibri da mantenere.
Nei giorni scorsi le indiscrezioni sul dialogo Fitto-Cesa per un’eventuale alleanza all’interno del quarto petalo (nel centrodestra farebbero fronte comune Forza Italia, moderati aggregati ai forzisti, leghisti e Fratelli d’Italia) hanno fatto andare in fibrillazione l’Udc pugliese. Tanto che qualcuno si era spinto a vagliare l’ipotesi di una fuga nella grande lista civica che Emiliano vorrebbe preparare per le elezioni politiche. Tra i centristi pugliesi c’è stata la corsa frenare l’iniziativa di Cesa. Si pensi al disagio di due futuri candidati alle politiche come Luigi Melica, Luciano Cariddi, Paola Bruno, Antonio Raone e forse Damiano D’Autilia nel vedere che i fittiani potrebbero venire a fare concorrenza proprio al loro interno. Alla fine tutti d’accordo sul fatto che qualsiasi alleanza è necessario discuterla all’interno del partito.
“Potremo diventare la quarta gamba del centrodestra, se il Consiglio nazionale del partito approva – spiega il leader regionale Salvatore Ruggeri – In Puglia abbiamo uno splendido rapporto con Michele Emiliano, ma a livello nazionale le dinamiche sono diverse. Fitto, Quagliariello e Parisi per me sono tutti uguali, ma bisogna presentarsi all’elettorato con idee chiare e prima passare dal Consiglio nazionale e dalla direzione del partito”. Insomma, Cesa da solo non può decidere nulla. Tutto passa dagli organi di partito, anche se il dialogo con Fitto esiste e va avanti. Raffaele Fitto dal canto suo è sempre più prudente con la stampa, anche se non smentisce nulla: “È ancora presto per fare delle dichiarazioni sulle alleanze, ma in questi giorni si deciderà tutto”.