F.Oli.

SURBO (Lecce) Mentre proseguono gli accertamenti della Commissione prefettizia sul Comune di Surbo per valutare gli estremi per uno scioglimento comunale alcuni indagati coinvolti nell’inchiesta sugli appalti sospetti (da cui è partito il monitoraggio disposto dal Prefetto Claudio Palomba) chiedono e ottengono di essere interrogati per fornire la propria “verità”. Nelle scorse ore davanti ai carabinieri del Norm di Lecce sono comparsi Franco Vincenti e Franco Mele, rispettivamente assessore ai Lavori Pubblici e titolare di una ditta subappaltatrice dei lavori condotti, entrambi di Surbo e difesi dall’avvocato Cristiano Solinas.
Gli interrogatori sono stati lunghi e dettagliati. Vincenti, accusato di finanziamento illecito ai partiti, ha spiegato che il palco allestito in paese sarebbe stato montato per una manifestazione sportiva a cui non avrebbe neppure parteciato e non per ospitare un comizio elettorale di qualche candidato. Si è difeso anche Mele. L’imprenditore ha fatto presente che si sarebbe interessato dell’installazione dei basoli e della fornitura dei materiali chiarendo con argomentazioni tecniche il contenuto di alcune telefonate in cui si ipotizza l’utilizzo di basoli di spessore diverso da quello previsto dall’appalto.
Nel registro degli indagati, poi, compaiono gli imprenditori Oronzo e Vincenzo Trio, rispettivamente amministratore di fatto e procuratore speciale della Trio Costruzioni, di Surbo; Giovanni Frassanito, di Veglie, dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale di Surbo; Oronzo Fasano e Giuseppe Conte, titolari delle ditte che hanno eseguito i lavori entrambi di Surbo; Alessandro Monaco, di Lecce, direttore tecnico della Trio Costruzioni e Antonio Pellegrino, ritenuto il boss di Squinzano.