F.Oli.
CASTRIGANO DEI GRECI (Lecce) – Si chiude con una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione (con la concessione delle attenuanti generiche) il processo a carico di A.S., parrucchiere in pensione di 68 anni residente a Castrignano dei Greci, accusato di violenza sessuale continuata su una giovane ragazza sin da quando era minorenne. La sentenza è stata emessa dai giudici della seconda sezione collegiale a fronte di una richiesta di 5 anni e mezzo sollecitati dalla pubblica accusa rappresentata dal pubblico ministero Stefania Mininni (nonchè titolare del fascicolo d’indagine). Il dispositivo letto in mattinata prevede anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici dell’imputato e il pagamento di una provvisionale di 15mila euro in favore della ragazzina e dei genitori (costituitisi parte civile per gli episodi in cui la figlia era ancora minorenne con l’avvocato Mario Coppola). L’esatta quantificazione del danno sarà poi definito con il processo civile.
L’INDAGINE
Gli abusi risalgono agli anni scorsi. Due gli episodi finiti all’attenzione degli inquirenti. Nel primo, il parrucchiere avrebbe fermato per strada la ragazzina e, dopo averle rivolto frasi sdolcinate, l’avrebbe palpeggiata nelle parti intime. Quell’episodio, però, non fu un caso isolato. Mesi dopo il parrucchiere avrebbe fatto entrare la ragazza nel proprio salone afferrandola per un braccio. E lontano da occhi indiscreti l’avrebbe abbracciata e baciata in bocca, sul viso e sul collo. Nel febbraio del 2014 si sarebbe verificato l’episodio che ha poi convinto la giovane a denunciare il suo presunto molestatore: la giovane sarebbe stata inseguita dal parrucchiere in auto non appena scesa dall’autobus. Così, accompagnata dal padre, raggiunse la caserma dei carabinieri per denunciare l’uomo dando così il via alle indagini. La vittima degli abusi è stata anche sentita dai carabinieri e in caserma ha confermato le morbose attenzioni del parrucchiere.
IL PROCESSO
Nel corso del processo sono state acquisite le dichiarazioni di diversi testimoni. In sede di discussione la difesa del parrucchiere, rappresentata dagli avvocati Luigi e Arcangelo Corvaglia, ha evidenziato come le accuse contestate al parrucchiere (dalla ragazza e dai suoi genitori) fossero inconsistenti e troppo fumose per poter sostenere un reato così grave. Inoltre l’imputato sarebbe risultato affetto da una forma molto grave alle mani e alle gambe che non avrebbe potuto consentire all’anziano di afferrare con la forza il corpo di un’altra persona. Ovviamente tali argomentazioni potranno essere sostenute nel processo d’appello non appena i giudici depositeranno le motivazioni della sentenza attese nei prossimi 60 giorni.