LECCE – Le dichiarazioni rilasciate al “Mattino” della ministra Barbara Lezzi erano state utilizzate dal Pd per incalzare il Movimento 5 Stelle sul fatto che con un accordo internazionale siglato non ci si potesse più tirare indietro nella vicenda Tap. A stetto giro, però, sono giunte le precisazioni dei pentastellati. “A luglio dell’anno scorso io ho fatto una richiesta di accesso agli atti per chiedere dell’esistenza o meno di questo accordo HGA – puntualizza la parlamentare Daniela Donno – Non esiste questo tipo di accordo, ma esiste il trattato ratificato: noi e la Lega in Aula votammo contro quest’ultimo, che era già stato valutato da noi in Commissione in maniera negativa. Però non c’è alcuna licenza, nessuna ratifica successiva al trattato: quindi, non ci sono penali da pagare”. Insomma, se l’Italia dovesse fare un passo indietro su Tap non avrebbe nulla da temere e nessuna penale da pagare. A rispondere al quesito della parlamentare pentastellata a nome del Ministero fu l’ingegnere Dialuce, esattamente un anno fa.
Anche il sindaco Marco Potì è tornato sulla questione. “In merito a trattati ed accordi internazionali firmati dall’Italia per la realizzazione del gasdotto TAP, evidenzio che a quanto scrive l’ing. DIALUCE del Ministero dello Sviluppo Economico, NON C’È E NON È PREVISTA LA FIRMA DA PARTE DELL’ITALIA DI ALCUN HOST GOVERNMENT AGREEMENT (HGA) SUL GASDOTTO TAP – spiega il primo cittadino di Melendugno, tra i No Tap più intransigente. Quindi non ci sarebbero ad oggi, né ci saranno domani, richieste di PENALI o di danni per l’Italia, se l’opera non dovesse più essere realizzata.
Con buona pace di Calenda e di chi ha pensato una strategia energetica nazionale (SEN) ancora basata sulle fonti fossili ed avallato un’infrastruttura fossile come Tap, nata, come afferma la ministra Lezzi, già vecchia! #notap
#nofossili””. Insomma, secondo i responsabili del Movimento 5 Stelle, ora si tratta solo di capire come uscirne senza compromettere i rapporti internazionali.