F.Oli.
TORRE DELL’ORSO (Lecce) – La Procura di Lecce chiude le indagini sui presunti abusi nella ristrutturazione dello stabilimento balneare “Baron Beach-Le Due Sorelle” a Torre dell’Orso. L’avviso è stato fatto notificare dal sostituto procuratore Roberta Licci a Giancarlo Mazzotta, 48 anni, residente a Lecce, amministratore della società “Phg Beach srl”, proprietaria dello stabilimento balneare “Baron Beach-Le Due Sorelle”, nonchè sindaco di Carmiano; Antonio Cioffi, 62 anni, tecnico progettista della società “Pgh Beach srl” relativamente al progetto per il rilascio del permesso di costruire per la ristrutturazione e riqualificazione dei manufatti di servizio dello stabilimento balneare; Salvatore Petrachi, 62 anni, dirigente dell’Ufficio Tecnico e dell’Ufficio demanio del Comune di Melendugno che ha rilasciato il permesso di costruire il 12 luglio del 2016 per ristrutturazione e riqualificazione dei manufatti di servizio dello stabilimento balneare; Angela De Giovanni, 37 anni, di Calimera, tecnico istruttore del Comune di Melendugno relativamente alla pratica per il rilascio del permesso di costruire.
Le indagini avrebbero accertato una serie di interventi edilizi tutti finalizzati alla realizzazione di una complessa struttura destinata a stabilimento turistico-balneare della superficie di 2mila e 500 metri quadrati destinato ad accogliere una cucina, bar e servizi annessi camminamenti, pedane, scale e rampe insistente interamente su un’area demaniale marittima e in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Secondo gli inquirenti, il permesso di costruire rilasciato il 12 giugno del 2017 per ristrutturazione e riqualificazione sarebbe risultato macroscopicamente illegittimo perchè in realtà legato a interventi nuovi, di natura stabile e permanente e di forte impatto ambientale. Un’imponente struttura radicalmente diversa per dimensioni, forme, materiali utilizzati
Tutte queste strutture, ipotizza la Procura, sarebbero rimaste ben oltre la fine della stagione estiva realizzate con materiali non ecocompatibili (ceramica, ferro, legno, cristalli, plastica) in totale contrasto con gli spiccati caratteri di naturalità dei luoghi determinando così un notevole degrado estetico per l’intera baia anche perchè lo stabilimento sorge sullo sfondo della visuale dal punto panoramico della passeggiata urbana intorno alla Torre Costiera. Il dirigente e il tecnico comunale, infine, rispondono anche di abuso d’ufficio per aver rilasciato il permesso di costruire del complesso turistico in totale violazione con gli strumenti urbanistici vigenti in zona.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Romano; Alessandro Caggia; Riccardo Giannuzzi; Alberto Maria Durante e Riccardo Giannuzzi.