LECCE – Ancora non si è alzato il vento del cambiamento sulla circonvallazione per consentirci di godere dell’onda verde. A ogni incrocio, per un lungo tratto che va da Castromediano allo sbocco per Brindisi, così come in Viale Grassi, ci si ferma per l’“onda rossa”. No, non è colpa dell’amministrazione di centrosinistra: qui stiamo parlando di impianti semaforici non coordinati da troppo tempo, che creano più smog, aumentano lo stress e rallentano il traffico. Si narra che, in un tempo passato, l’onda verde sia arrivata a Lecce: era al potere la senatrice Adriana Poli Bortone. Sui gruppi Facebook ogni tanto il dibattito si riaccende. Capita che qualcuno su “Vivere Lecce” ricordi il tempo in cui la grande onda verde si stagliò sulla circonvallazione. “Se ne sente veramente un gran bisogno – scrive un utente – a fare la circonvallazione oggi ti viene la gastrite vedendo la sincronizzazione del rosso! Ricordo che all’epoca dell’architetto Ventura l’onda verde ha funzionato per un po’.
Ricordo anche che ad un certo punto della storia cittadina furono annunciati con squilli di tromba e poi installati sotto il manto stradale una serie di sensori che avrebbero consentito di regolare centralmente i flussi di traffico, unitamente al controllo delle telecamere installate lungo le principali vie di accesso della città. Che fine ha fatto tutto quel progetto?”. La domanda soffia nel vento: dov’è finita l’onda verde? C’è stato il tempo di installare inutili photored, che però ora non servono più, ma forse potrebbero tornare per fare un po’ di cassa. Gli impianti semaforici hanno avuto la loro stagione di gloria: spuntavano ovunque, salvo poi lasciarli lì a lampeggiare un inutile arancione, come quello davanti a porta Rudiae, di fronte al Bar Rosso e Nero. Poi arrivò la stagione delle rotatorie: utili e capaci di far risparmiare energia. Ma la circonvallazione resta sempre lì, immobile, con la sua “onda rossa” e il traffico snervante delle ore di punta.
Certo, ci sono tanti altri problemi più seri a Lecce, ma perché rinunciare a un servizio che già esisteva e rendeva meno dura la vita degli automobilisti? Oggi ci sono soluzioni smart per le città. “A Bari, ad esempio, dove le arterie principali sono comandate in maniera intelligente, la frequenza dei semafori verdi è proporzionata all’intensità del traffico (con dei sensori) all’inizio dell’arteria. Quindi la frequenza è variabile per ottenere la migliore soluzione possibile per quelle condizioni di traffico specifiche” – spiega un altro utente. “Vi ricordate l esperimento dell’ ‘onda verde sulla circonvallazione, credo una quindicina di anni fa? – interviene un altro utente Facebook- In pratica se viaggiavi intorno ai 45 orari prendevi tutti verdi. Rimase in piedi poco tempo, poi più niente per non so quale motivo. Non sarebbe una buona cosa riproporlo, magari con una velocità target di 50? Ora come ora si viaggia a singhiozzo, I semafori sono programmati per far si che ci si fermi a tutti, con buona pace del traffico e dell’inquinamento”. La tecnologia offre sistemi all’avanguardia per ridurre le velenose soste ai semafori, soprattutto nelle ore di punta. Chissà che un buon vento del cambiamento non faccia ritornare un’onda verde più smart, con sensori che regolano i tempi. La speranza è l’ultima a morire.