LECCE – La proroga fino al 2033 degli stabilimenti balneari e legge dello Stato e i comuni sono obbligati ad attuarla. Il Tar ha confermato questa linea e adesso la minoranza chiede a Salvemini di fare un passo indietro e di annullare la delibera che concede la proroga per soli tre anni.
Commissione Controllo di Lecce ha iniziato un ciclo di incontri per analizzare le criticità emerse dalla recente Delibera di Giunta con cui si prorogava su base triennale il diritto alla concessione demaniale per gli imprenditori balneari leccesi. Tale delibera è stata aspramente criticata dagli imprenditori e dai rispettivi sindacati, tanto da spingere il Presidente della X Commissione Controllo, Giorgio Pala, a convocare in prima i rappresentanti sindacali e poi i loro legali (avv. Lorenzo e avv. Maruotti). ”Lunedì prossimo, audirò in Commissione anche l’avvocato Quinto, in qualità di mio consulente esterno – spiega Pala –
Dalla sentenza odierna del TAR Lecce, presieduto dal dott. Pasca, emerge inequivocabilmente come l’amministratore pubblico debba applicare la legge nazionale, non spettando a lui eventuali giudizi di merito.
Il ricorso, vinto dal Lido Samarinda, fa giurisprudenza e sarà da noi portato in Commissione lunedì.
Il Sindaco Salvemini, dunque, dovrebbe immediatamente annullare la sua delibera con la citata proroga triennale, attenendosi alla legge nazionale e, da oggi, anche alla sentenza appena citata”.
“Il TAR di Lecce conferma l’obbligatorietà per i comuni nei confronti della proroga delle concessioni demaniali marittime, il consigliere comunale Andrea Guido stigmatizza l’operato dell’amministrazione Salvemini – spiega il consigliere FdI Andrea Guido –
Carlo Salvemini e Rita Miglietta prendano doverosamente atto della sentenza odierna e procedano senza indugio alla concessione delle proroghe agli stabilimenti balneari leccesi ai sensi della Legge dello Stato Italiano, revocando ciò che mi sembra essere un puerile, inutile e demagogo contentino dei 3 anni.
La sentenza di oggi chiarisce una volta per tutte che non spetta agli enti locali disapplicare una norma ritenuta in contrasto con una direttiva europea, ma, eventualmente, al Giudice.
La presa di posizione dell’amministrazione Salvemini, a mio avviso arrogante e pretestuosa, non solo aveva privato i concessionari che operano sulle marine leccesi di ogni certezza sul futuro della propria impresa, ma aveva anche privato tutto il territorio della possibilità di migliorare la propria offerta turistica, dal momento che ormai è assodato che l’imprenditoria balneare influisce fortemente sull’intera domanda”.