LECCE – «Il Dea, la struttura del Dipartimento di emergenza ed accettazione, che nella scorsa primavera era stata attrezzata in tempi record per far fronte ai ricoveri dei pazienti colpiti dal Coronavirus, lo scorso ottobre chiudeva i battenti ai malati Covid. Poi, ieri, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha inaugurato l’attivazione nel quarto piano della struttura che sorge accanto al Fazzi di 16 posti di terapia intensiva respiratoria per pazienti affetti da Covid-19, dichiarando testuali parole: “Questa è una guerra, vi ricordo che la seconda ondata è stata venti volte più forte di quella di marzo-aprile“. Lo dichiara il Consigliere Andrea Guido.
«Ora – aggiunge – stendendo un velo pietoso sulla bipolare e continua modifica della destinazione della struttura, come se qui nel Salento abbondassero nosocomi e strutture sanitarie pubbliche specializzate, sulle continue e ricorrenti cerimonie pubbliche di inaugurazione, piano per piano, forse anche stanza per stanza, e sorvolando sulle dichiarazioni del Presidente, le quali si commentano da sole, anche alla luce delle imbarazzanti vicissitudini amministrative e gestionali vissute dalla stessa struttura nel corso della prima ondata di contagi da Coronavirus, mi chiedo se sia un atto responsabile e giudizioso concedere gli spazi del nuovo ospedale leccese per le riprese di una fiction televisiva dal prossimo 25 gennaio fino al 27 febbraio, proprio nel momento in cui la Puglia è considerata una delle regioni più a rischio, soprattutto dal punto di vista dell’indice Rt.
In tutti gli ospedali d’Italia, attualmente, c’è gente che lotta ogni giorno per la propria vita. Qui a Lecce, grazie ad una dissennata politica sanitaria intrapresa dalla precedente Giunta di Emiliano, i cittadini rischiano ogni giorno di vedersi negare il diritto ad una corretta e dignitosa assistenza sanitaria.
E la stessa Regione, attraverso i suoi enti appendice cosa fa? Decide di destinarla quale location per la realizzazione di una fiction televisiva che, con ogni probabilità – conclude Guido – così come ci ha abituato la fondazione che dovrebbe promuovere la nostra terra attraverso le produzioni audiovisive, avrà una diversa location narrativa, andando a deprezzare ancora una volta la nostra regione, in barba a tutti i poveri pugliesi».