LECCE – Nella giornata di ieri, 15 aprile, il Consiglio di Stato si è espresso in merito alla richiesta, avanzata dal Comune di Lecce per volere del Sindaco Salvemini in primis, di sospensiva delle sentenze con le quali il T.A.R.di Lecce ha definito “illegittimo” il diniego del Governo leccese alla richiesta di proroga fino al 2033 delle concessioni in scadenza. Una nuova sconfitta per il Comune che scatena il centrodestra a Palazzo Carafa. Un comunicato congiunto a firma di Luciano Battista,
Roberto Giordano Anguilla, Gianmaria Greco, Andrea Guido, Antonio Finamore, Severo Martini, Giorgio Pala, Andrea Pasquino, Adriana Poli Bortone, Gianpaolo Scorrano e Oronzo Tramacere stronca la linea del sindaco.
Il giudizio è stato nuovamente sfavorevole al primo cittadino.
“La V sezione del Consiglio di Stato infatti ha respinto l’istanza dell’Ente e al contempo ha condannato lo stesso al pagamento delle spese che determina così l’ennesimo bagno di sangue per le tasche dei leccesi.
I ricorsi sono stati 17 in totale e la somma delle spese sostenute ammonta a un centinaio di migliaia di euro. Dai contributi unificati, circa 800 euro cadauno per quelli al T.A.R. e circa 1000 euro per quelli in CDS, al costo dell’avvocato (nomina esterna da circa 20 mila euro) passando per il rimborso in favore della Federazione Balneari senza dimenticare i migliaia e migliaia di euro di oneri accessori previsti per legge, si arriva a circa 100 mila euro di soldi pubblici letteralmente buttati dalla finestra(ecco a cosa è servito “stampagnare le finesce” per usare una loro abituale espressione).
Centomila euro sacrificati, immolati, sull’altare di una mera questione di principio del Sindaco. Semplicemente immorale.
A nulla è servito il nostro invito a proseguire in questa battaglie con i soldi delle Sue tasche, se proprio riteneva. A nulla è servito il giudizio di merito con cui il Presidente Pasca gia spiegava in sede di sentenza del T.A.R.che la proposta del governo di proroga tecnica triennale poi modifica in annuale era fuori dal perimetro della legge.
Rimaniamo sbigottiti infine nel leggere come il Sindaco Salvemini nel suo comunicato dica che il CDS definisce “illegittimo il diniego firmato dal dirigente” come se il fautore di tutto questo non fosse lui, ma gli uffici. Un’abitudine consolidata ormai da tempo questa di Salvemini, ovvero quella di non assumersi mai delle responsabilità, di trovare sempre un capro espiatorio (in questo periodo storico i dirigenti in particolare). Un comportamento vile.
Ma soprattutto, in conclusione ci domandiamo, perché richiedere la sospensiva quando lo stesso Sindaco aveva già avanzato una proposta di proroga annuale? Per il 2021 le concessioni erano gia state autorizzate,infatti,anche da Salvemini stesso!
Quindi perchè ricorrere in CDS per richiedere la sospensiva adesso? Per mero cruccio? Per principio? Con 100 mila euro in tempo di Covid avremmo potuto fare tante cose per i nostri cittadini. Vergogna!”.