“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” canta Antonello Venditti nella sua fantastica “Amici mai”. La vita, in effetti, spesso offre, a distanza di tempo, quell’amore già vissuto o che sembrava dovesse sbocciare in passato: un po’ come quello tra il Lecce e Biagio Meccariello, Zan Majer e Stefano Pettinari.
Biagio
Il centrale giallorosso arrivò nel Salento dal Brescia nella stagione 2018/19 bocciato dal tecnico dei lombardi Suazo e voluto fortemente da Fabio Liverani. Poco dopo Cellino, tanto per cambiare, esonerò l’ex bomber di Cagliari e Inter e chiamò alla guida delle rondinelle proprio Eugenio Corini che condusse alla vittoria del campionato il Brescia. Lo stesso epilogo della stagione fu vissuto dal buon Biagio nella terra dei due mari dove conquistò la promozione diretta formando una coppia formidabile proprio con Fabio Lucioni: 33 presenze che lo resero un fedelissimo di Liverani. Centrale, braccetto di destra della difesa a tre o terzino destro Biagio c’era sempre e forniva il suo indispensabile apporto. Lo scorso anno, in Serie A, la storia è iniziata a cambiare: come tutto il reparto arretrato entrò in un tunnel di orrori tecnici che spalancavano la porta agli attaccanti avversari. Le 85 reti al passivo erano un fardello da incubi la notte per tutti i reduci della scorsa stagione. Quest’anno Meccariello è ripartito ricoprendo il ruolo di riserva di lusso alle spalle di Lucioni e del neo acquisto Dermaku ma, complici gli infortuni proprio dell’ex Parma, è risultato quasi sempre tra gli undici iniziali. Titolare con strascichi dello scorso campionato: errori e prestazioni sottotono che hanno indotto una parte dell’ambiente a “chiederne la testa”. L’acquisto di Pisacane sembrava essere in effetti l’inizio della fine tra Meccariello e il Lecce. Poi, da un paio di mesi a questa parte, Meccariello ha iniziato a scendere in campo con una ritrovata sicurezza nei propri mezzi e una concentrazione sempre ai massimi livelli per tutto l’arco della partita. Anticipi, chiusure, ripartenze, poi anche gol e assist sulle palle da fermo, insomma un giocatore ritrovato e che, forse, ha intrapreso la strada della maturità calcistica. La prestazione di ieri, tolto il “pelo nell’uovo” in occasione del gol del Vicenza quando è uscito in ritardo su Jallow, è stata l’ennesima prova di livello assoluto: addirittura chiusure in acrobazia come il miglior Cannavaro. Biagio è tornato quello del 2019, anzi, i suoi “giri immensi” l’hanno ricondotto più forte di prima.
Zan

La storia del centrocampista sloveno è una di quelle storie d’amore da film hollywoodiano. Pur di firmare per il Lecce rescinde il contratto con il club russo Rostov e dal 20 febbraio 2019 è, a tutti gli effetti, un calciatore giallorosso. Per Liverani diventa sin da subito una pedina fondamentale del suo scacchiere tattico e non se ne priva mai, tanto in Serie B, quanto nel successivo campionato di Serie A. Le prestazioni di Majer sono sotto gli occhi di tutti, anche di quelli dell’Atalanta che ci pensa in maniera concreta ma per il tecnico romano lo sloveno era incedibile. Quest’anno poi, con l’arrivo di Corini, l’incantesimo tra Zan e i colori giallorossi sembrava essersi spezzato: inizialmente impiegato regista non riesce a calarsi nel ruolo e sembra essere un pesce fuor d’acqua rispetto ai compagni. Col passare delle giornate finisce ai margini del progetto tattico dell’ex tecnico bresciano che gli preferisci Paganini nel ruolo di mezz’ala. Accade poi qualcosa che col calcio centra poco, riguarda l’uomo: ha ritrovato la sua famiglia dopo che la pandemia l’aveva portata lontana. Dal primo lockdown, infatti, i suoi cari sono stati costretti a tornare in Slovenia senza poter fare ritorno in Italia e dentro di lui qualcosa si era rotto, ripercuotendosi sulle prestazioni in campo. Dove era finito quel fantastico centrocampista in grado di fornire il suo contributo in entrambe le fasi di gioco in maniera superlativa? La risposta l’ha fornita lui stesso in una recente intervista dopo che, il vero Zan, sembrava riaffacciarsi sul manto erboso. Proprio il ritorno di Majer ai suoi livelli è coinciso con la crescita verticale del Lecce. Anche lui, come Biagio sembra essere tornato in una veste ancora più lucente se si contano i suoi attuali 3 gol e i 2 assist messi a disposizione dei compagni: l’ultimo proprio ieri per l’altro protagonista di questo articolo, corso ad abbracciarlo per poi essere raggiunti da Meccariello e tutti gli altri compagni.
Stefano

Quello che è capitato a Pettinari rende merito alla bellezza di questo sport, capace di dare sempre, o quasi sempre, “un’ultima possibilità”. Manco a dirlo arriva nella stagione 2018/19 dopo una discreta annata nel Pescara che lo porta ad essere considerato un acquisto di tutto rispetto per i giallorossi. In realtà quella stagione collezionerà 13 presenze e 0 reti con tanti saluti al Salento già a gennaio direzione Crotone in prestito. L’amore tra lui e il giallorosso sembra essere qualcosa di incompiuto. Lo scorso campionato l’esplosione di Stefano a Trapani: 17 reti di cui solo una su rigore. Il destino, che si diverte sempre a metterci del suo, decide che in qualche modo Pettinari debba tornare a Lecce e così il Trapani fallisce e viene meno l’opzione di riscatto del club siciliano. Ad inizio stagione i tifosi leccesi si sfregano le mani nel vedere un attacco composto da Coda, Stepinski, Pettinari, Falco e il baby Rodriguez arrivato dal Real Madrid. In effetti i primi due sembrano confermare le aspettative sin da subito, Falco nonostante i mal di pancia riesce a lasciare il segno e il baby Pablito, dopo aver fatto i conti con un paio di infortuni, si prende la scena a suon di gol. E Stefano? Lui colleziona panchine, manciate di minuti, zero gol e tante critiche: “Pettinari nel Lecce non segnerà mai”. La situazione sembrava scivolare verso un epilogo segnato e dichiarato dallo stesso Corvino “Pettinari è ai margini del progetto tecnico”, o qualcosa di simile. Come detto il calcio riesce sempre a offrirti quell’ultima possibilità che sembrava non dovesse giungere più, poi devi essere bravo tu a saperla cogliere. L’opportunità arriva nella gara casalinga contro il Chievo, in realtà già nelle partite immediatamente precedenti sembrava che qualcosa stesse cambiando dentro di lui: quel ragazzino di Maggio mette dentro un cross perfetto sul quale Stefano si fionda di testa per rompere l’incantesimo e prendersi finalmente il Lecce. Il resto è storia recente che ha continuato ad aggiungere capitoli come quello di ieri dove a Vicenza Pettinari ha siglato il suo quarto gol in sette partite condite da colpi di classe purissima.
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” canta Antonello. In effetti quelli di Biagio, Zan e Stefano con i colori giallorossi sembrano essere tornati più forti di prima dopo dei giri diversi tra loro ma lunghi e tortuosi.