CASARANO – Con la tragedia del covid le liste d’attesa della sanità salentina, che erano già insostenibili, sono diventate una beffa. Ogni giorno c’è una storia è una protesta che giunge in redazione per visite ed esami fissati tra due anni (sempre che si resti in vita). Lo stress subito dalla sanità, con enormi forze investite sulla lotta pandemica, ha determinato un grave ritardo nella prevenzione e nelle cure di tante altre patologie, inclusi i tumori.
“Pregiatissimo Presidente Emiliano e Direttore Corriere Salentino, è con profondo rincrescimento che scrivo per esporre la lungaggine dei tempi di attesa per un esame medico in Puglia – scrive un lettore (per tutelare la sua privacy non diffondiamo il nome anche se la lettera è firmata) – Io purtroppo necessito di un controllo periodico del funzionamento della prostata e della vescica, avendo subito precedentemente un intervento a Milano. Il medico che mi tiene in cura, dopo l’ultima visita mi aveva prescritto, per questo periodo, un esame urodinamico completo per verificare la funzionalità
della vescica. Un esame che potevo fare anche giù da noi, principalmente per eliminare i costi e i disagi rivenienti dal viaggio. Con la richiesta del medico curante mi sono recato dal Cup di Gallipoli per prenotare e con mio stupore, mi sono sentito dire che l’esame me lo potevano prenotare per il 9 maggio 2022 presso l’Ospedale di Casarano, perché quella era la prima data e sede utile disponibile. Se questa è la sanità che Lei Presidente Emiliano ci vuole far credere che funzioni meglio che in altre Regioni, non so che dirle. Lascio i commenti a chi mi legge.
Cordialmente anche se molto contrariato”.
Il grave problema anche del rapporto tra sanità pubblica e privata è che nei centri specializzati privati, dove ci sono macchinari di alto livello, che potrebbero garantire prestazioni adeguate alleggerendo ospedali e strutture pubbliche, i budget a disposizione per gli esami convenzionati sono scarsi e finiscono presto. Il risultato è che le persone sono costrette a pagare centinaia di euro per fare prima, se hanno le disponibilità economiche, altrimenti sono condannati a pericolose attese, che potrebbero determinare un avanzamento della malattia. L’altra opzione è intasare il pronto soccorso (se si hanno 24 ore a disposizione per attendere il proprio turno) facendo finta di essere in fin di vita per ottenere tutti gli esami necessari. Questa è la sanità stracciona a cui ci hanno condannati i provvedimenti dei governi dei tagli, che si sono succeduti in questi ultimi 20 anni.