CAVALLINO – (Lecce) Dopo un incidente stradale accompagnato in ospedale venne sottoposto ad un’analisi su un campione di urine e trovato positivo al metadone. Così come prevede la legge gli fu anche ritirata la patente. L’automobilista in questione, però, non è un giovane schedato per problemi di tossicodipendenza ma un noto imprenditore di 67 anni di Cavallino, padre e marito esemplare che mai e poi mai in vita sua ha fatto uso di sostanze stupefacenti né tantomeno di materiale di disintossicazione come il metadone. Sintesi della vicenda assurda e per certi versi grottesca è più o meno questa: il 27 ottobre scorso l’imprenditore rimane coinvolto in un incidente stradale a Lecce; in particolare viene tamponato, in velocità, da un’altra autovettura e trasportato in ambulanza presso l’Ospedale di Galatina perché aveva riportato delle lesioni; nello specifico “un trauma cranico non commotivo con ematoma frontale e cervicalgia”. Oltre al danno anche la beffa. Sottoposto all’esame delle urine, l’imprenditore viene incredibilmente trovato positivo al metadone con tanto di apertura di un fascicolo per guida sotto effetto di sostanze stupefacenti finito sul tavolo del procuratore aggiunto Antonio De Donno. Ben consapevole di essere rimasto vittima di un gravissimo errore di sua sponte l’imprenditore effettua un primo test di analisi delle urine presso l’ospedale “Vito Fazzi” dove il 67enne risulta assolutamente negativo al metadone. Un secondo test effettuato presso il Sert , consistito in un esame ancora più approfondito, conferma sempre lo stesso risultato. Nonostante l’accertamento sanitario di presunta positività fosse stato effettuato il 28 ottobre solo a due giorni di distanza la Polizia Stradale di Lecce provvide al ritiro della patente. Successivamente l’imprenditore, per fugare qualsiasi ulteriore dubbio, effettua anche l’esame di screening del capello (in grado di individuare con precisione la “storia tossicologica” del soggetto analizzato pari ad un mese per ogni centimetro di capello) presso un laboratorio di analisi del capoluogo su un campione tricologico della lunghezza di sei centimetri. Anche questo accertamento fornsce sempre lo stesso responso: negativo. Abbastanza per chiedere l’intervento di un legale di fiducia, in questo caso l’avvocato Francesco De Giorgi per articolare un ricorso dinanzi al giudice di pace Luigi Piro che l’11 dicembre scorso, ha “corretto il tiro” sospendendo cautelarmente il provvedimento e fissando, nel contempo, l’udienza di merito per il prossimo 29 giugno.
F.OLI.