GALLIPOLI (Lecce) – Gallipoli inaugura un nuovo cantiere: sono partiti i lavori di recupero dell’ex Convento dei Domenicani al fine di trasformarlo in centro di animazione sociale, culturale e di formazione con sperimentazione di percorsi di inclusione lavorativa per giovani disoccupati da inserire nel settore del turismo sostenibile. L’intervento, reso possibile grazie ad un finanziamento SISUS (Strategie Integrate di Sviluppo Urbano Sostenibile ) pari a due milioni di euro, si concluderà entro due anni.
Oggetto dell’intervento l’ex Convento dei Domenicani, situato nel centro storico, all’estremo delle Riviera Nazario Sauro che si sviluppa su due livelli: il primo ospita il Chiostro dell’antico monastero, protagonista di numerosi eventi e progetti, il secondo attualmente in stato di abbandono. Infatti a partire dalla seconda metà del novecento, fino ai primi anni del 2000, l’edificio è stato adibito a scuola e ha subito vari interventi di ampliamento e manutenzione per assorbire la crescente richiesta di alfabetizzazione e l’aumento della popolazione scolastica; interrotta la sua funzione scolastica, esso non è più stato utilizzato.
Tuttavia, per la sua posizione strategica l’immobile è ritenuto un significativo contenitore da recuperare e valorizzare quale importante polo di nuove funzioni sociali e collettive. Infatti, la complessità della struttura, la dislocazione degli ambienti, la posizione nel contesto urbano della Riviere Sauro fanno di esso un elemento urbano prezioso, non solo dal punto di vista storico-architettonico ma anche adatto a divenire polo complementare ad altri utilizzati per accogliere funzioni più prettamente sociali.
L’intervento è orientato a intervenire sperimentalmente e in modo innovativo sulla rigenerazione del tessuto urbano, con un particolare riferimento alle aree a rischio di marginalità e di esclusione sociale in una città come Gallipoli che, da tempo, ha già avviato politiche di recupero di spazi pubblici. L’obiettivo principale è quello di introdurre un nuovo centro culturale con un forte carattere innovativo in cui avviare percorsi mirati all’inclusione sociale e culturale di soggetti svantaggiati e inserirli in un programma di scambi internazionali.
In particolare, l’intervento è destinato al recupero del primo piano dell’immobile e degli accessi al piano strada dalla laterale via Rosario e della scala alla quale si accede dal chiostro. Il progetto mira a restaurare il complesso conventuale per la sua valenza architettonica significativa per preservarlo e conservarlo nei suoi caratteri tipologici originari e nel contempo utilizzarlo con nuove destinazioni d’uso in linea con il suo carattere pubblico, mantenendo l’uso al piano terra, e inserendo al piano primo altre funzioni più prettamente collettive, di formazione, d’intrattenimento e ricreative, oltre alla foresteria per l’accoglienza di artisti.
Al piano primo, oggetto dell’intervento, infatti il progetto prevede non solo un’area per l’accoglienza con alloggi e servizi indipendenti e comuni, ma anche una dedicata alle mostre estemporanee e permanenti. Non mancano gli spazi di co-working e formazione su temi legati ai servizi in ambito turistico, ambientale e paesaggistico ed altri previsti per le produzioni multimediali, audio e video. Il progetto prevede inoltre una zona adibita a laboratorio del gusto con spazio cucina per la promozione dei prodotti della filiera eno-gastronomica e un’area per le conferenze, auditorium, per prove teatrali e piccole performance.
Commenta il vicesindaco Riccardo Cuppone: “L’intervento di recupero dell’edificio mira alla realizzazione di un centro di animazione sociale e culturale. Un progetto lungimirante e notevolmente importante preso in carico dalla scorsa Amministrazione e portato avanti da quella attuale. Non solo unisce la riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e dello spazio urbano con l’innovazione sociale ma innesca una rete di vocazioni e competenze per migliorare la qualità della vita urbana contribuendo alla prevenzione dei fenomeni di disagio e di marginalità sociale, economica e culturale. Non bisogna inoltre trascurare che tutte le attività previste diventeranno altrettante opportunità di creazione di lavoro e che il recupero dell’immobile è stato immaginato con pavimentazioni e percorsi senza interruzione e senza la presenza di gradini e ostacoli al passaggio di persone che lo rendono un progetto sostenibile e in toto accessibile”.