SCORRANO (Lecce) – “Non c’è la certezza che la paziente sia caduta dalla barella. In ogni caso non sono stati raccolti elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio”. Con queste motivazioni, la pm Maria Vallefuoco ha avanzato richiesta di archiviazione per il procedimento aperto a carico di tre medici, cinque infermieri e due operatori socio sanitari del pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario per il decesso di una 75enne del posto che, stando a quanto denunciato, sarebbe morta per una lesione al midollo spinale dopo essere caduta da una barella all’interno del pronto soccorso.
L’odissea dell’anziana inizia la mattina del 27 giugno 2022 quando viene ricoverata con una eccessiva sudorazione, glicemia alta e pressione bassa a causa di una fibrillazione atriale riscontrata dal medico curante. Nel tardo pomeriggio i figli dell’anziana vengono informati che la madre è caduta mentre sostava in pronto soccorso ma rassicurati che sarebbe stata dimessa di lì a breve. La paziente accusa dolori al collo ed è impossibilitata ad eseguire qualsiasi tipo di movimento perché come paralizzata.
Le spiegazioni fornite dall’ospedale, però, non avrebbero rassicurato i familiari della donna. I parenti, così, rifiutano di firmare le dimissioni. Effettivamente, appena pochi minuti dopo, il personale del pronto soccorso contatta i parenti per informarli dell’opportunità di effettuare una visita in radiologia e verificare così i danni causati dalla caduta.
Così, solo dopo aver effettuato i raggi, la paziente viene trasferita in ortopedia, con l’impossibilità più di muoversi. Il giorno seguente – siamo al 29 giugno – i figli vengono informati che le condizioni della madre sono davvero drammatiche perché proprio per le conseguenze della caduta ha riportato una lesione del midollo spinale e la frattura della seconda e terza vertebra della cervicale. Non può più essere operata, in sostanza. Così nonostante il successivo ricovero presso il reparto di Neurochirurgia del Vito Fazzi per effettuare un’ulteriore risonanza magnetica, l’anziana muore la mattina del 3 luglio quando i familiari vengono informati del suo decesso.
Dopo una consulenza affidata al medico legale Alberto Tortorella, la peocura ha messo nero su bianco la richiesta di archiviazione a carico dei dieci indagati assistiti dagli avvocati Alberto Corvaglia, Arcangelo Corvaglia, Ester Nemola ed Alberto Ghezzi. Ma i familiari della donna morta non ci stanno e attraverso i propri legali, gli avvocati Mario e Antonio Mario Blandolino, sono pronti a depositare richiesta di opposizione.