ARADEO (Lecce) – Lei è una figlia d’arte, con una mamma ricercatrice in Storia Sacra e scrittrice. Un papà impiegato. Parliamo di Patrizia Bove, una ragazza come tantissime in Italia che prolungano il soggiorno nella propria famiglia. Ma al di là di tutto ciò, lei è super impegnata. Non contenta della maturità classica, della sua laurea in Ottica, da pochi giorni si è laureata presso l’Acccademia delle Belle Arti del nostro Salento con il massimo dei Voti e Lode. “ La mia tesi di laurea “Specialistica in Pittura” presso l’Accademia di belle Arti di Lecce dal titolo-sottolinea Patrizia Bove-“L’acqua come elemento di un’estetica del femminile” si sviluppa in tre capitoli: La materialità dell’acqua, la trasparenza e la vita che si origina dall’acqua”. Un lavoro confluito in una tesi dai contorni del tutto singolari, che ha incontrato un particolare favore ed accoglienza da parte del corpo docente che opera in Accademia. La necessità di approfondire la natura di un elemento primordiale come l’acqua posto in relazione con l’essenza della femminilità. “Muovendo dalla qualità genitrice presente nella natura-chiarisce la Bove- ho analizzato il legame esistente tra la donna e l’acqua, dal punto di vista poetico ed estetico (l’acqua rappresenta il nutrimento, la purezza, la trasparenza ecc.), e nella relazione con il contesto socio-culturale e spirituale dell’essere umano”. E lei che ha la pittura nel sangue, lo dimostra la partecipazione dei suoi lavori pittorici nelle collettive d’arte, nelle mostre individuali, nei concorsi pittorici, da cui in varie occasioni è venuta fuori vincitrice, nel suo essere una ritrattista ricercata dai turisti d’estate nella baia di Santa Maria al Bagno, dove seduta a ridosso del muretto della baia fa i suoi ritratti su richiesta; lei ha abbinato il suo lavoro di tesi a tre tele, ritenute dai critici d’arte, tre piccoli capolavori. “Questa ricerca prende avvio dalla materialità dell’acqua per giungere, grazie all’analisi delle teorie e delle opere artistiche-sostiene la Bove- fino alla sua più sottile spiritualizzazione, attraverso il legame metaforico con la dimensione del femminile. I dipinti realizzati sono collegati ai tre capitoli della tesi teorica. Il primo, intitolato “Oltremare” illustra le caratteristiche che possiede l’acqua come elemento primario:la trasparenza e la rifrazione. L’acqua che essendo fresca e cristallina ricorda la Primavera, stagione della rinascita;
Il secondo Dipinto “Shiraz” continua- descrive il fiume rosa iraniano, le cui increspature ricordano dei veli bianchi su dei volti femminili. Il rosa, inoltre è stato il colore destinato alle bambine e generalmente alle donne. Il colore rimanda inoltre al fiore e al profumo di rose immerse nell’acqua;
Il terzo dipinto “Marianne” –conclude la Bove-rappresenta un mare in tempesta, e in basso una sagoma di donna che in movimento cerca di contrastare l’avanzata delle onde con il suo corpo. Marianna è il nome della protagonista dello scrittore Jules Sandeau che nel romanzo Marianne ha descritto una ragazza orfana che ha attraversato numerose prove nella sua vita da renderla determinata a sfidare la forza delle acque. Inoltre una delle mie attività preferite è quella di dipingere in riva al mare, in particolar modo lungo le spiagge del mio Salento”. E come se tutto ciò non bastasse, la nostra da mesi è impegnata in un Master Cinematografico nello specifico della Produzione Filmica. Insomma tutti quello di cui in negativo si mormora della generazione Zeta, è con clamore smentito nei fatti da Patrizia Bove d’Aradeo, una ragazza come tante che popolano il nostro Salento, che, anziché distinguersi in mille banalità, sta facendo della sua vita, per ora, una piccola Opera d’Arte. E poiché tutto il tempo è dalla sua parte, nel corso degli anni che verranno, immaginiamo che l’Opera diverrà sicuramente d’Arte!
E noi lanciamo un grosso in bocca al lupo alla Bove e a tutte quelle ragazze che come lei intendono fare della propria vita, davvero un’Opera d’Arte.