LECCE – Quale forza può avere l’eventuale candidato del Pd alle primarie, Sergio Signore, se i big del suo partito, come Claudio Stefanazzi, Loredana Capone e Paolo Foresio, si schierano con il sindaco uscente a prescindere? Può davvero esserci partita se proprio il PD non dà un appoggio unitario al suo stesso candidato? Ecco perché i responsabili di Puglia Popolare parlano di “primarie farsa”, senza uno sfidante del livello di Alessandro Delli Noci, fatte solo per legittimare una ricandidatura inevitabile. Nemmeno la candidatura di Patti sembra aver dietro un numero così importante di big e di voti tali da impensierire il sindaco uscente. È anche vero però che qualsiasi pronostico può essere ribaltato: le sorprese non sono impossibili. Sergio Signore, prende tempo prima di dire sì perché le incognite sono tante: lui può puntare su una grande popolarità che lo ha sempre contraddistinto, ma non si può ignorare che è il vice di Salvemini e non rappresenta una vera discontinuità sul piano formale.
La situazione è difficile per i mal di pancia di chi vorrebbe un cambio di candidato sindaco a sinistra e che ora rischia di doversi turare il naso ancora per molto. A Michele Emiliano e ad Alessandro Delli Noci una riconferma di Salvemini darebbe stabilità in vista delle regionali: il sindaco uscente si è dimostrato alleato affidabile sostenendoli apertamente. Nelle primarie del gennaio 2012 Salvemini perse contro Loredana Capone: i votanti furono 7810. L’attuale sindaco fu distaccato di 7 punti, mentre la terza candidata, Sabrina Sansonetti ottenne solo il 9%. Per la cronaca, Capone perse con Paolo Perrone le amministrative leccesi. Nessuno avrebbe mai immaginato che poi ci sarebbe stato il “miracolo di Emiliano”, che alleandosi con un giovane assessore della giunta di destra (Delli Noci) portò alla vittoria un personaggio della sinistra radicale leccese, vicino al ritiro, dopo 20 anni di opposizione senza speranze (Carlo Salvemini corre per la sua terza elezione a sindaco).
CENTRODESTRA INQUIETO ALLA FINESTRA
L’aria che tira nel centrodestra non è poi così tranquilla. Si contratta con il coltello tra i denti, sapendo che non ci si può fidare di nessuno, Sul tavolo restano 4 nomi: Ugo Lisi, Paolo Pagliaro, Adriana Poli Bortone e Giuseppe Tamborrino. La Lega dovrebbe avere l’ultima parola e questo dà più chance a Lisi e Pagliaro, tutt’e due in buoni rapporti con Marti. Ma tutti restano alla finestra a osservare l’evoluzione del centrosinistra. I mesi, intanto, passano e non c’è alcuna certezza. Anzi, c’è chi, come Giorgio Pala, che in tanti ritengono più vicino a Delli Noci, è diventato una spina nel fianco della coalizione per le critiche sul tempo perso e sulle mancate primarie.