CARMIANO (Lecce) – Il Tribunale allenta i sigilli dei beni finiti sotto sequestro a carico dell’imprenditore Pierluigi Mazzotta, uno degli imputati accusati di truffa nel processo appena iniziato davanti al giudice monocratico. Sono tornati indietro le somme presenti su una carta prepagata, alcune quote societarie, un complesso immobiliare e un autoveicolo. Sotto sequestro rimangono ancora somme di denaro per 69mila euro. L’istanza è stata avanzata dall’avvocato Francesco Vergine che ha chiesto al Tribunale di ridurre l’importo del sequestro preventivo che inizialmente ammontava a 897 mila euro.
Il procedimento, appena avviato dinanzi al giudice monocratico Chiara Panico, verte sulle accuse, a vario titolo, di evasione fiscale, turbativa d’asta, autoriciclaggio e truffa ai danni della Regione Puglia per un importo di 3 milioni 570mila euro. Secondo gli inquirenti sarebbe stato posto in essere un “meccanismo fraudolento nello schema tipico della frode carosello”. In tutto erano 18 le persone per le quali la pm Donatina Buffelli aveva avanzato richiesta di rinvio a giudizio. In due sono stati giudicati con il rito abbreviato, rimediando una condanna a un anno di reclusione.
Sei le società coinvolte. Parallelamente, in estate, era stato applicato un provvedimento di sequestro di 12 milioni di euro che aveva colpito anche Pierluigi Mazzotta (oltre a Giancarlo e ai figli). Il Tribunale del Riesame aveva disposto il dissequestro delle somme di denaro relative alla società Tiemme Vacanze Srl di Carmiano.