SAN CESARIO – Ieri s’è tenuto il Consiglio comunale che, tra le altre, ha approvato una transazione tra Monteco spa e il nostro Comune. Transazione che comporterà un esborso di circa 850.000 euro riferito al canone “spettante” alla ditta per il servizio di igiene urbana e di raccolta dei rifiuti negli anni dal 2006 al 2017.
“Tale ingente somma è stata frutto di una trattativa tra la ditta e il nostro Ente a seguito di una sentenza parziale resa dal Tribunale di Lecce che riteneva fondata la pretesa della società dopo un contenzioso lungo oltre dieci anni, durante i quali il comune di San Cesario ha sempre resistito alle esose pretese di Monteco – spiega la consigliera di opposizione, Fabiana Del Cuore –
Si tratta, è bene ribadirlo, di una sentenza parziale perché di primo grado, resa dal Tribunale di Lecce, per un solo giudizio riguardante gli anni dal 2006 al 2012. Giudizio che si sarebbe potuto appellare. Vi sarebbe poi un altro contenzioso non quantificato per il periodo dal 2012 al 2017 per il quale, però, la nostra maggioranza ha deciso di chiudere anticipatamente la questione, senza attendere l’esito del giudizio. Il Sindaco ha definito questa transazione “tombale”, con una fretta di chiudere la vicenda senza difendere l’Ente, scelta che non ci sentiamo di condividere.
Infatti, il gruppo consiliare “Cantiere democratico” ha scelto di non partecipare alla votazione, riservandosi di adire la Procura della Corte dei Conti, quale organo di controllo contabile per la valutazione di eventuali responsabilità degli amministratori, in quanto gli 850.000 euro che il comune verserà in due soluzioni alla società creeranno un importante danno a tutta la comunità di San Cesario.
Troppi punti oscuri hanno caratterizzato la vicenda che ha portato alla conclusione di questa transazione. È bene precisare che nessuna delle amministrazioni precedenti ha mai inteso addivenire ad alcuna trattativa con la società nella evidente consapevolezza delle conseguenze economiche importanti per l’Ente che derivano dal riconoscimento di un debito di tale portata. Laddove l’iter non fosse corretto, infatti, si potrebbe dar luogo ad un danno erariale.
Si tratta di una transazione che presenta profili di illegittimità, illogicità ed antieconomicità che, ancora una volta l’amministrazione Distante tenta di far passare come atto dovuto. Non sono stati adottati, da parte del sindaco e degli amministratori di maggioranza, i canoni di prudente ed oculata amministrazione che in questo caso sarebbero stati quantomai necessari.
Dov’è il perseguimento dell’interesse dell’ente se, all’esito di una vicenda così complessa e lunga, si è scelto di chiudere in tutta fretta una transazione che avvantaggia solo la società privata, senza nemmeno concedersi la possibilità di un appello o, addirittura, di attendere l’esito del secondo giudizio che poteva concludersi in modo del tutto diverso?
Si tenga presente che inizialmente la pretesa di Monteco ammontava ad oltre 3 milioni di euro. Andando continuamente al ribasso, la società ha scelto di “accontentarsi” di una somma di gran lunga inferiore: una decisione che la dice lunga anche sulla consapevolezza della fondatezza della pretesa.
Si aggiunga che i tecnici di cui si è avvalso l’ente avevano da sempre sostenuto la correttezza della posizione del nostro comune. Perché quindi questo repentino cambio di rotta?
Inoltre, è necessario anche che i giudici contabili possano valutare la correttezza della procedura adottata: non vi è stato il riconoscimento del debito fuori bilancio, sebbene in una precedente delibera di giunta datata 18 novembre 2022, oggi revocata, si demandava al Consiglio comunale la procedura di riconoscimento del debito fuori bilancio.
Un modo di agire ondivago, incerto e poco trasparente che caratterizza troppo spesso questa amministrazione: come non ricordare che dopo svariati errori e lo stop della corte dei Conti anche il piano urbanistico esecutivo e’ ancora fermo?
Per quanto ancora noi cittadini dobbiamo pagare le conseguenza di questa incapacità amministrativa?”.