LECCE – “È un ‘uso improprio’, non autorizzato, quello che il Comune ha fatto dell’antica ex Chiesa di San Giovanni di Dio, in via Palmieri”. A dirlo è stato il competente servizio del Ministero della Salute che, lo scorso 4 dicembre, ha invitato la Soprintendenza locale a far luce sulle modalità di concessione da parte del Comune. Andrea Guido, consigliere di opposizione, replica così all’amministrazione Salvemini, che aveva bollato come strumentalizzazioni le sue perplessità sull’uso di questo bene immobile storico ubicato nel cuore della città.
“L’antica chiesetta di via Pamieri, un gioiellino barocco riportato all’antico splendore non molto tempo fa, assegnata dall’Amministrazione di Carlo Salvemini ad un’associazione che probabilmente l’avrebbe dovuta utilizzare come contenitore culturale, è stata ridotta ad un vero e proprio un deposito di secchi, secchielli, attrezzature e materiali vari accatastati sugli altari, strumenti musicali e utensili da lavoro stipati nei confessionali e lenzuola dipinte con soggetti metafisici di dubbia estetica a coprire gli antichi dipinti e gli altari – continua Guido in un comunicato –
La chiesetta sembra essere stata trasformata in un laboratorio artigianale privato, alla faccia delle ricorrenti e infinite dichiarazioni sul bene comune, l’interesse pubblico e gli spazi condivisi a cui il Sindaco ci ha abituato durante tutti i suoi puntuali interventi auto celebrativi. Un immobile storico che, come ho avuto modo di rilevare durante i mesi scorsi, dovrebbe essere utilizzato per la promozione della cultura e non già come atelier o bottega d’arte privata.
Il Ministero della Cultura, Direzione generale, Servizio Archeologia, belle arti e paesaggio ha fatto sapere che l’ex Chiesa di San Giovanni di Dio è sottoposta a tutela ai sensi della Parte Seconda del D.Lgs. n. 42 del 2004 con D.D.R. 2/05/2009 e con D.C.P.C. n. 27 del 06/02/2017 e ne è stata autorizzata la concessione in uso ai sensi dell’art. 57 bis del citato D.Lgs. 42/2004 con specifiche condizioni d’uso finalizzate ad assicurare la compatibilità dell’utilizzo con i suoi valori culturali. Il dirigente ministeriale, con la nota del 4 dicembre scorso indirizzata alla Soprintendenza ABAP per le province di Brindisi e Lecce, ha rilevato la totale incompatibilità dello stato dei luoghi e della tipologia di utilizzo dell’immobile con quelli che sono i presupposti della concessione evidenziando che “gli altari e le decorazioni interne della chiesetta devono essere mantenuti liberi” e non possono essere interessati da installazioni temporanee o permanenti che siano.
Non solo. La competente Soprintendenza, si legge nella stessa nota, ha comunicato al Ministero di non essere a conoscenza di ulteriori atti del Comune di lecce per la concessione a terzi della chiesetta, facendo pensare ad un vero e proprio abuso da parte dell’Ente comunale. La stessa ha fatto sapere, inoltre, di aver richiesto all’Amministrazione di Salvemini una relazione scritta sull’uso improprio del bene culturale in questione”.