MATINO (Lecce) – Si è impantanata l’indagine sulla scomparsa di Ivan Giorgio Regoli, il 31enne di Matino svanito nel nulla il 12 settembre del 2011. Da quel giorno le sue tracce sono svanite e di lui non si sa più nulla. Eppure gli investigatori hanno tentato in tutti i modi di venire a capo di quello che si deve ritenere un autentico rebus. Una certezza, però, nel frattempo, sarebbe stata acquisita: se Regoli è stato ammazzato si sarebbe trattato di un omicidio compiuto con ogni probabilità da una sola persona, forse dopo un litigio ma comunque slegato da qualsiasi contesto criminale.
Circa un anno fa, sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio venne iscritto il nome di un 42enne di Parabita, amico di Regoli, sulla cui macchina vennero eseguiti accertamenti (con esito negativo) a caccia di eventuali tracce ematiche lasciate dal giovane inghiottito da fatti più grandi di lui. L’allora 28enne si allontanò spontaneamente da casa per raggiungere un tabacchino e acquistare un pacco di sigarette e, successivamente, si sarebbe dovuto incontrare con la ex-moglie. Proprio perché non si sarebbe dovuto attardare più di tanto, nella casa materna aveva lasciato portafogli e documenti portando con sé appena tre euro e il telefonino, da quel giorno, sempre spento.
Nonostante le tante segnalazioni inoltrate agli organi di informazione dai suoi familiari, in particolare dalla madre Antonia, nessuno, però, in tutti questi mesi, avrebbe notato quel giovane di bassa corporatura e con un vistoso tribale sul braccio destro e un tatuaggio sul collo dove Regoli si era inciso le iniziali “I e R”. A distanza di quasi tre anni, però, il giallo di questa scomparsa non è stato ancora risolto e trovare il bandolo della matassa appare un’impresa complicatissima.
Francesco Oliva