Si moltiplicano gli incendi in Salento con quasi 260 ettari di vegetazione in fumo in 2 settimane, favoriti dal caldo ma soprattutto dai ritardi nell’espianto degli ulivi secchi per la Xylella, con centinaia di ettari mangiati dalle fiamme e migliaia di ulivi che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Effis Copernicus sugli ettari mangiati dalla fiamme in provincia di Lecce dal 1° luglio ad oggi, tanto da richiedere l’intervento delle squadre di Vigili del Fuoco provenienti dalla regioni limitrofe come il Molise.
Una strage che si ripete ogni anno lasciando paesaggi lunari in Salento – sottolinea la Coldiretti Puglia – dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi secchi a causa dell’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, dove vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e i cumuli di immondizia, creando delle nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati.
Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato – insiste Coldiretti Puglia – una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella. Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo in un territorio come il Salento ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri per ammirare le bellezze naturali.
Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti regionale – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – ricorda Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme.
A favorire gli incendi è la tendenza alla tropicalizzazione con un clima ogni anno più caldo – conclude Coldiretti Puglia – quando nel periodo di 12 mesi da giugno 2024 a maggio 2025 la temperatura è stata di 0,69 gradi superiore alla media 1991-2020 e di 1,57 gradi superiore al livello preindustriale, secondo il sistema meteorologico europeo Copernicus.