LECCE – L’Italia del 2050 è il titolo del convegno organizzato dal Mir-Mrs per discutere del futuro e delle riforme necessarie allo sviluppo del Paese.
“Basta slogan – ha detto Gerardo Merico, segretario nazionale del Mir- il cambiamento vero si fa con riforme vere. Appoggiamo la battaglia di Fitto per le primarie: avviamo una discussione democratica interna al partito”.
Il presidente Gabellone ha aperto le danze criticando la riforma che svuota le province e istituisce le città metropolitane, Bari compresa, “con il rischio di marginalizzare tutti gli altri territori”.
“È un momento decisivo – spiega Gabellone- è necessario fare una battaglia per ridare voce al nostro territorio”. A rappresentare il Comune di Lecce Gaetano Messuti, anche lui critico con le riforme spot del governo Renzi.
“Il tema degli assetti territoriali è fondamentale- ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici- e condivido la battaglia di Mir-Mrs su questo, ma è fondamentale anche il tema della sburocratizzazione dei processi amministrativi. Abbiamo visto quello che è successo con l’ex Caserma Massa, dove un ente ha dovuto impugnare un parere di un altro ente e aspettare due anni per sbloccare i lavori”.
Paolo Pagliaro parte dal titolo del convegno: “Se non si cambia passo l’Italia del 2050 non ci sarà. È necessario uscire dall’ipnosi renziana: tutte riforme inefficaci, compresa quella delle ‘provincette'”. Il presidente del Movimento Regione Salento ha ricordato ai militanti accorsi nell’Auditorium dei Giardini d’Atena di Merine che l’adesione a Forza Italia è importante per l’entusiasmo che può essere portato all’interno del centrodestra.
Poi, l’appello di Pagliaro a Fitto per accelerare con il tavolo delle alleanze del centrodestra e per le primarie: “Sbrighiamoci, non perdiamo altro tempo. Dopo 10 anni di mal governo della sinistra, dobbiamo cambiare”.
Anche Fitto ha lanciato dure critiche al governo Renzi. “Guardare al 2050 significa guardare ai nostri figli, per capire quale paese lasciare loro- ha detto – chiedo a Berlusconi che Forza Italia svolga un ruolo di opposizione. Tutti gli indicatori economici ci dicono che Renzi sta sbagliando. Gli 80 euro sono stati uno spot elettorale che non hanno portato alcun progresso economico”. Il leader forzista fa anche un’autocritica: “Il grosso dell’elettorato del centrodestra non è andato più a votare. Se siamo passati da 13 milioni di voti a 4 milioni, significa che qualcosa non va”.
Poi, Fitto ha riproposto il mantra delle primarie: “Sono uno strumento che mobilita, fa partecipare e dà entusiasmo al nostro elettorato. Il modello alternativo delle delegazioni di partiti che selezionano il proprio candidato è un modello perdente”.
L’ex ministro ha replicato all’appello di Pagliaro spiegando che c’è voglia di fare presto, ma non di scegliere senza primarie. Insomma, la sua posizione è chiara ma bisogna fare i conti con Berlusconi ed Ncd.
L’ex ministro critica la riforma delle province: restano in piedi, ma i cittadini non hanno più il diritto di votare consiglieri e presidenti. Sulla stessa linea Samorì, che critica aspramente il governo Renzi e appoggia la linea Fitto sulle primarie.
Le consultazioni di base sono una sintesi di una visione sociale di lungo periodo, secondo il leader del Mir, e anche un modo per costruire un dialogo interno e un progetto in un partito, ha affermato il leader del Mir.