LECCE – Il gran giorno per Lecce giunse, la commissione inviata dalla Comunità europea per valutare la sua candidatura a capitale europea della cultura per il 2019, ha fatto tappa nella capitale salentina dopo un primo approccio con Brindisi che sostiene la candidatura.
Un fermento non solo culturale oggi a Lecce, che accoglieva i tre esperti per la valutazione della città concorrente con altre 5 province all’ambìto titolo. La giornata tanto attesa si è aperta con una pioggia scrosciante che sembrava avrebbe compromesso i numerosi eventi nelle locations all’aperto ma, un cambio repentino dei programmi e una tregua meteorologica hanno permesso che tutto scorresse nel migliore dei modi. Ad accogliere la commissione è stato il pranzo sociale in via Federico D’Aragona, presso il pub La Negra Tomasa dove, all’esterno del locale, è stata allestita una lunga tavolata cosmopolita a cui hanno attivamente partecipato molti degli extracomunitari residenti a Lecce.
Poco più in là, al Must, museo storico della città, una serie di iniziative a sfondo sociale che accoglievano partecipanti di tutte le età, attendevano la commissione arrivata a piedi in compagnia del direttore artistico di Lecce2019, Airan Berg. Il tragitto compiuto dai visitatori nel centro storico era stato naturalmente tirato a lucido ma per i leccesi alcune situazioni, come strade sgombre da veicoli, sono apparse notevolmente innaturali. La visione è stata comunque piacevole e gli agenti della polizia municipale in sella alle bici e con il caschetto da ciclisti davano la sensazione di trovarsi in una postmoderna capitale del nord Europa.
L’installazione ai piedi della statua di Sant’Oronzo e i palloncini argentati che si stagliavano verso il cielo plumbeo, avrebbero fatto da coreografia al coro organizzato all’interno dell’Anfiteatro romano ma la pioggia ha spostato tutto all’interno del Politeama greco che ha accolto anche i sindaci di molti comuni della provincia. L’insolito accostamento della musica raggae di Nandu Popu dei Sud Sound Sistem all’orchestra Tito Schipa ha estasiato i presenti. Il cantante che si è esibito con la nota “Terra mia” è stato accompagnato dal coro silente della Lis, la lingua dei segni, emblema di inclusione culturale e sociale.
“Sono qui per testimoniare la nostra cultura ma anche per denunciare una terra piena di veleni” aveva commentato a margine Nandu Popu, da tempo impegnato in una sorta di lotta musico-culturale a difesa del territorio. Un compito che spetterebbe ai rappresentanti politici e istituzionali, secondo il cantante, ma in assenza ci si arrangia come si può e sono gli artisti locali, forti del loro consenso popolare, a lanciare messaggi in difesa di un territorio da troppo tempo terra di conquista per interessi economici che al Salento lasciano solo le scorie. “La cultura passa soprattutto dal rispetto per l’ambiente”.
La visita degli esperti europei, chiusi nel più stretto riserbo sulle impressioni che hanno avuto, proseguirà nel pomeriggio presso le manifatture Knoss per poi terminare all’ex Fadda di San Vito dei Normanni, per un pezzo di cultura brindisina che sostiene quella leccese nella grande avventura. Poi ancora qualche settimana di fiato sospeso prima del verdetto finale. Per ora i pronostici danno Lecce, se non favorita, perlomeno tra i primi posti. Incrociamo le dita.
M. Cristina Pede