Si è avvalso della facoltà di non rispondere Vituccio Macagnino, uno dei sette carabinieri arrestati nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana nella retata che ha avuto come epicentro il paese di Mezzano nell’hinterland del Bresciano.
Il militare ha fatto scena muta nel corso dell’interrogatorio di garanzia celebratosi dinanzi al gip Cinzia Vergine e svoltosi per rogatoria nelle scorse ore.
L’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla prostituzione, rivelazione del segreto istruttorio e ricettazione di sistemi informatici sono le ipotesi di reato contestate nell’inchiesta dalla Procura di Brescia e dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Chiari.
Secondo l’accusa, la presunta “divisa sporca” avrebbe messo su un giro di ragazze a pagamento fra le ballerine di lap dance e le intrattenitrici e il carabiniere salentino si sarebbe prestato a dare sostegno al giro di prostituzione con le ragazze che non si sarebbero limitate ai consueti balli ma che avrebbero assecondato le richieste dei clienti nel dopo-sera.
La sua verità, però, Macagnino non l’ha voluta fornire e per ora il suo ruolo rimane poco chiaro.
F.Oli.