CASTRO – Cartella da rifare per il Comune di Castro: gli alberghi non devono pagare di più delle civili abitazioni. I giudici tributari hanno imposto di rifare i conteggi delle tasse dovute da un albergatore. «Eppure l’ente comunale aveva deciso di tassare gli alberghi cinque volte di più»- spiega l’avvocato Maurizio Villani, che ha difeso il contribuente, ottenendo un’importante vittoria destinata a fare da apripista a una serie di ricorsi su Tarsu, Tia e Tari. La sentenza della Commissione Tributaria regionale di Lecce – Sez. 22 -, ritirata oggi, in accoglimento delle tesi difensive, ha parificato gli alberghi alle civili abitazioni per quanto riguarda la Tarsu. Con l’occasione, i giudici tributari di Lecce hanno condannato il Comune di Castro a riliquidare la cartella esattoriale Tarsu 2008 di € 4.129,88, notificata alla Euromare di Capraro Stefano & C. Sas, nel senso di tassare l’albergo ad € 1,56 a mq, come le civili abitazioni. Questa sentenza è importante perché i Comuni, ai fini Tarsu, Tia e Tari, devono applicare agli alberghi la stessa tassazione delle civili abitazioni, e se l’albergo ha il ristorante questo deve essere tassato come ristorante.
La Commissione Tributaria presieduta da Cosimo Bottazzi puntualizza che la maggiore capacità di produrre rifiuti da parte delle strutture ricettive non autorizza a imporre tassazioni «inique» e non motivate anche sulle «zone libere» degli alberghi. Insomma, il Comune è tenuto a tassare le aree dove alloggiano i turisti, come se fosserro normali appartamenti. Quindi, legittimo chiedere le tasse agli alberghi, ma non calcolate in maniera arbitraria.
Garcin