Capita spesso che, i primi giorni del mese siano forieri di lunghe code d’attesa presso diversi uffici.
Non ve ne viene in mente uno in particolare? Ad esempio … la posta!
Questo può attirare l’attenzione di diverse persone, bene intenzionate e non, curiose o meno, indecise se entrare o lasciar perdere, oppure determinate a risolvere tutte le pendenze in giornata.
Tra tutta questa gente, magari c’è anche chi progetta di far soldi molto velocemente.
Dato che di questo tipo di persone Riccardo, il direttore della posta del nostro racconto, ne aveva già viste un po’, con qualche conseguenza dalla loro visita, pensò bene di ingegnarsi per trovare una soluzione definitiva, qualcosa che facesse proprio totalmente desistere da questo tipo di intenti.
Essendo molto occupato di giorno, ed essendo la notte fida consigliera, si risolse a pensarci in notturno con un bel bricco di caffè … che non fu esattamente una genialata, perché lo sviluppo fu una notte insonne e due occhi gonfi come una borsa da canguro il giorno dopo.
“Questa volta sceglierò la camomilla” – fu la sua decisione per la nottata che si apprestava ad affrontare.
In effetti, il sonno da recuperare, la miscela corroborante e la stanchezza accumulata, gli procurarono un bel riposino ristoratore e, il giorno dopo, al risveglio, ecco l’idea tanto sospirata: “Mi rivolgerò a mio cugino, lui si che è un grande!”.
Più che altro, Rocco, il cugino in questione, era un bravissimo ingegnere, con tanto, tanto interesse per la scienza, in tutti i suoi campi … pareva una specie di tuttologo.
“Rocco! Sei la mia unica speranza! Possiamo vederci al più presto? Devo esporti una questione della massima importanza!” – era il messaggio che Riccardo lasciò al cugino in segreteria.
Questi, udendolo, al ritorno a casa, un po’ si spaventò e, naturalmente, lo chiamò subito.
“Ciao Riccardo! Che è successo? Al telefono eri così agitato e, al tempo stesso, direi … trafelato! Spiegami tutto!” – si pronunciò il cugino.
“Rocco! Sapessi! Non ce la faccio davvero più. Qui, più o meno un mese si e uno no, c’è sempre qualche tentativo di rapina, per non parlare dei furti al bancomat, dei soldi che spariscono alla sportello e tante cose simili. E le conseguenze? Talvolta paurose anche quelle. Non so più che fare!”.
“Ma … supponendo che tu stia parlando del tuo lavoro, perché è a quello che ti riferisci, vero?”.
“Eh certo! A che altro sennò?”.
“Per l’appunto! Dicevo … non siete dotati di un sistema di allarme, telecamere, comunicazioni con le forze dell’ordine? Non mi pare non intervengano, anzi!”.
“No, no! Non mi lamento di questo. Io vorrei che proprio queste persone malintenzionate non ci provassero più. Vorrei, insomma, estirpare il problema alla radice”.
“Credo di aver capito cosa desideri. Non preoccuparti! Lascia fare a me!”.
Detto, fatto! Trascorsero circa due mesi da quella telefonata, tanto che Riccardo stava per sollevare la cornetta e farsi sentire da suo cugino.
Proprio mentre stava allungando la mano su questa, ecco, “Driiiiiiiiinnn”, il trillo del telefono.
“Pronto? Riccardo?”.
“Alla buon’ora! Adesso ti ricordi? Ma lo sai che c’è stato un tentativo di rapina intanto?”.
“Di nuovo? Ma allora ce l’hanno con te! Ad ogni modo, ho terminato l’invenzione che ti occorreva e chiesto già i permessi per venire ad installartela. Sto arrivando, d’accordo?”.
“No, senti! È meglio se fissiamo tutto per stasera, dopo la chiusura, così non lo saprà nessuno”.
“Va bene! Come vuoi. A stasera allora!”.
Che cosa avrà inventato Rocco per risolvere questo fastidioso, e pericoloso, problema?
Lo sapremo nella prossima puntata.
Fine della prima puntata
Ogni riferimento a fatti, persone, situazioni è puramente casuale