“Fra i punti di modifica alla manovra che sembrano acquistare di ora in ora maggiore consenso presso i Parlamentari della maggioranza vi è quello dell’aumento di 1 punto percentuale dell’Iva sull’aliquota ordinaria del 20%, e su quella agevolata del 10%, il cui gettito dovrebbe sostituire il tanto discusso e contestato contributo di solidarietà.
“Ora, è evidente che il trasferimento di un maggior prelievo fiscale sull’imposizione indiretta sui consumi potrebbe apparire più equo, colpendo tutti i consumi, esclusi quelli dei beni di prima necessità.” Lo dichiara la vice Presidente della Regione, Loredana Capone.
“Ma,appunto, potrebbe apparire più equo, ma lo risulterebbe poi realmente nei fatti?
“Non v’è il rischio, infatti, di colpire in tal modo anche i redditi più bassi di milioni di consumatori? E non v’è il rischio inoltre di generare ulteriori tensioni inflattive – questa volta di origine interna – oltre a quelle provenienti dall’esterno del nostro Paese, tensioni che finirebbero col logorare ulteriormente il potere di acquisto di migliaia di famiglie di pensionati e dipendenti pubblici a reddito fisso e già bloccato da tempo?
“Ed in termini di riscossione siamo sicuri poi che l’aumento dell’Iva – che è già imposta molto evasa – corrisponda effettivamente ad un incremento di gettito per l’erario?
“Allora, ritorna la necessità di spostare il prelievo sui patrimoni secondo un’impostazione largamente condivisa da sempre promossa dal Pd e condivisa fra molte forze politiche, e non esclusa anche da autorevoli personalità dell’industria come Luca Cordero di Montezemolo.
Tale imposizione dovrebbe essere progressiva e prevedere un’aliquota percentualmente maggiore sui patrimoni più elevati, chiamati a contribuire di più al risanamento dei conti pubblici nel nostro Paese. La Banca d’Italia ha stimato che in Italia il 10% della popolazione possieda il 43% dei beni complessivamente presenti nel Paese. Sarebbe giusto, pertanto, che a tale fascia della popolazione si chieda il vero contributo di solidarietà di cui il Paese ha bisogno.
Così come si rende necessario – con una svolta che dovrebbe assumere caratteri epocali – definire norme, strumenti e modalità di controllo per una reale, effettiva, capillare e sistematica lotta all’evasione fiscale e contributiva – stigmatizzata con forza anche dal Presidente Napolitano nel suo recentissimo intervento al Meeting di Comunione e Liberazione – che stabilisca obiettivi certi di gettito da raggiungere mensilmente da Agenzia delle Entrate, Equitalia e Inps, come quelli del budget di una qualsiasi azienda che stia, e voglia restare, sul mercato.
“In proposito, inoltre, sarebbe auspicabile che si intensifichino i rapporti di collaborazione regolati da convenzioni fra i Comuni e l’Agenzia delle Entrate, con un incrocio delle relative banche dati che consenta in tal modo di stanare – oltre alle evasioni dei tributi locali – quelle ancora molto alte delle imposizioni i cui proventi sono destinati in gran parte allo Stato centrale e ai cui importi recuperati gli Enti locali potrebbero partecipare al 35%.
“Credo che cosi potremo finalmente avere un fisco più equo e più giusto e smetterla di gravare su chi ha sempre dato.”