I Messapi fondarono varie città catalogabili in due gruppi: città con economia agricolo-pastorale (Rudiae Cavallino, Ceglie e Vaste) e città con economia mercantile. L’economia messapica, dunque, era assai differenziata, in economia non solo di produzione, ma anche di mercato.
L’agricoltura si basava sulla coltivazione dell’ulivo selvatico e del grano ed era praticata anche la coltivazione di peri, ortaggi e legumi; decisamente floridi la viticoltura e l’apicoltura di cui Orazio, fa riferimento in “Carmina”, essendo molto diffusa nella Messapia settentrionale.
L’economia messapica comprendeva inoltre, la pastorizia e l’allevamento di bovini, equini, suini, ovini e cani di razza pregiata.
L’artigianato si basava particolarmente su prodotti di ceramica, terracotta e bronzo, fra cui gli specchi prodotti nelle zone prossime a Brindisi. Tipica della produzione messapica il vaso denominato “trozzella” ad alti manici ed anfore a collo largo e decorazioni sulle anse a forma di rotella. La sostanziale differenza fra le produzioni autoctone ed elleniche, è data particolarmente dal fatto che gli artigiani messapici non adoperarono il tornio se non molti secoli dopo i Greci.
Anche la pesca era molto importante, insieme all’allevamento dei crostacei, praticato sulla costa adriatica (ostriche) e di mitili sulla costa ionica. I traffici commerciali comprendevano due tipologie: interni e marittimi. Quello interno si svolgeva via terra, tra città e città, o dall’interno verso porti e sfruttava gli asini ed i cavalli. Vaste e Muro Leccese potevano rappresentare i punti di riferimento all’interno, Otranto l’approdo sul mare. Le navi trasportavano prodotti agricoli (fondamentalmente grano in direzione della Grecia) e prodotti artigianali.
I manufatti sono classificati dagli archeologi come appartenenti allo stile “geometrico” salentino sviluppatosi in due fasi (medio e tardo geometrico, rispettivamente) e cioè nella prima e seconda metà del secolo VIII A.C. con prolungamenti fino ai primi decenni del secolo VI come è testimoniato dal materiale frammentario proveniente dagli scavi di Otranto con la presenza del motivo dei “raggi albanesi” proveniente dai vasi “devolliani” in territorio albanese, ma ritrovati anche ad Otranto.
Nei primi anni del V secolo A.C. anche i Messapi su imitazione delle colonie greche, iniziarono a coniare le monete. I centri di cui si presume battessero moneta e dove sono stati rinvenuti reperti sono: Alezio, Brindisi, Nardò, Oria, Ugento, ecc. Le monete erano d’argento e di bronzo.