Alla quinta recita casalinga il Lecce racimola il primo punto al via del mare a conclusione di una prestazione che in larga parte, come vedremo in cronaca, ha deluso i circa seimila tifosi accorsi allo stadio speranzosi nella prima vittoria.
Un Lecce nervoso, teso, approssimativo e impreciso che soltanto nel quarto d’ora finale ha saputo comprimere(ma ancora una volta sprecando) un Novara che a quel punto, forse, ha contribuito tirando i remi in barca: E’ soltanto una ipotesi, naturalmente, ma è una ipotesi che poggia su solide basi giacchè quando il Novara ha voluto giocare lo ha fatto da squadra compatta, ordinata e spesso pericolosa.
Pronti, via e c’è subito uno scontro aereo, testa contro testa, tra Esposito e Strasser per fortuna senza apparenti conseguenze. A dettare il gioco è subito un Novara pimpante e per niente incline a lasciare l’iniziativa ai padroni di casa; il Lecce sembra impastoiato e impanato di ansia da classifica e da ricerca del risultato; un pò sbilenco, tarda dunque ad entrare in partita e tarderà per almeno 45 minuti. Aperture fuori misura, passaggi imprecisi, disimpegni difensivi alla “se la va, la va”, e rischia subito moltissimo su uno scellerato retropassaggio corto di Esposito sul quale Benassi rimedia alla disperata. Allora Tomovic, siamo al 14°, sostituisce Esposito il quale, evidentemente, non ha recuperato dopo l’inzuccata con Strasser. Quel Lecce all’arma bianca che dovrebbe “fare la partita” non si vede ancora; in campo c’è una sola squadra, quella ospite!
Ma nel calcio accade anche che, nonostanti queste premesse, il gol premi chi lo merita meno:31°: accelerazione e cross in area dove Strasser ruba il tempo a compagni e avversari insaccando di testa la palla del vantaggio.
Al 40° Meggiorini delizia lo scarso pubblico con un pezzo d’alta scuola e d’altri tempi: sforbiciata volante “alla Silvio Piola ” o “alla Parola” (per chi ha i capelli bianchi). Benassi vede la palla quando è in fondo al sacco , ma Romeo, l’arbitro, annulla per fuorigioco . . . . centimetrico; un minuto dopo Mesbah non trova da fare di meglio che imitare il Tomovic di Palermo: stende in piena area, ma sull’asse esterno, Mazzarani. Calcio di rigore che Rigoni trasforma da manuale. Si va all’intervallo.
Non sapremo mai se a rientrare in campo sia un altro Lecce o un altro Novara; sta di fatto che nei primi cinque minuti di gioco il Lecce sfiora il nuovo vantaggio ciccando ignominiosamente la palla da poggiare semplicemente in fondo al sacco, per ben tre volte; incredibile!
Ma il pallino del gioco, o meglio della iniziativa, passa nelle mano dei giallorossi: Corvia, contestato dai tifosi, lascia ruolo e compiti a Muriel cui Paci regala immediatamente una palla che il colombiano non sfrutta a dovere: Occorre sorvolare su alcuni minuti di noia e di svarioni reciproci e passare al minuto 28 per vedere Muriel danzare in area e sparare a fil di palo un destro che Fontana argina d’istinto in angolo Pasquato entra per sostituire Giandonato piazzandosi qualche metro più avanti; Carrozieri, minuto 34, sbroglia alla grande una situazione ad alto rischio e a questo punto il Novara si chiude a riccio attuando un nostalgico e quasi inedito 5-4-1 trasformabile in 5-5-0 a protezione del punto che sta conquistando con pieno merito.
E’ un pareggio che non aiuta la classifica e che non rasserena per la complessiva qualità della prestazione.
E’ parso di capire che il Lecce sia andato in campo con un pò di giustificata tremarella, questo si può capire; quel che si capisce meno è invece come mai, passato sia pur occasionalmente in vantaggio, non sia stato in grado di capitalizzarlo,di metterlo a frutto recuperando una spruzzata di serenità e dunque di tono complessivo.