Il Lecce è ora chiamato ad affrontare un avversario in più, anzi, un nemico in più ; nemico subdolo!
E’ la paura, il timore di non farcela come ben si è visto contro il Milan; è lo scoramento che in genere assale chi, nonostante la buona volontà, l’impegno e gli sforzi, si trova troppo spesso a mani vuote suo malgrado.
Si tratta di quella paura, figlia dell’ansia, che si è impadronita dei giallorossi al primo gol di Boateng! E’ pur vero che gran parte delle energie disponibili se ne era andata per costruire quel monumentale primo tempo, ma è altrettanto di tutta evidenza che a consentire la clamorosa rimonta dei rossoneri, molto ha contribuito la paura di non riuscire a pilotare la vittoria fino al termine della partita.
Questa tenue consapevolezza dei propri mezzi, questa labile saldezza caratteriale il Lecce la mette in mostra ormai troppo spesso; ecco perchè, a mio parere, occorre impugnare la leva dell’autostima nel tentativo di dare consistenza alla saldezza emotiva. Dubito tuttavia che l’autostima passi attraverso il consueto ammorbidimento delle critiche quasi non si voglia mortificare qualche giovanottone che se ne potrebbe adombrare: penso al contrario che proprio le critiche possano agire da stimolo, un pò come il massaggio cardiaco, se destinate a stimolare l’amor proprio!