Sabato scorso, 22 ottobre, presso il CONI di Bari, i Presidenti regionali e provinciali dell’Area SUD si sono riuniti per discutere dell’eliminazione dei Comitati provinciali, così come stabilito nel Consiglio Nazionale del CONI del 30 settembre.
All’incontro erano presenti i Presidenti dei Coni Regionali e Provinciali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia. La riunione si è svolta in contemporanea anche a Milano (dove sono confluiti i rappresentanti dell’Area NORD) e a Bologna (dove si sono ritrovati i presidenti dei Comitati dell’Area CENTRO).
«Nonostante la consapevolezza del difficile momento che vive il Paese a livello economico-finanziario e della necessità che anche il sistema sportivo faccia la sua parte in termini di risparmio di risorse, dalle riunioni è emersa la volontà di chiedere con fermezza un ripensamento della drastica ipotesi della cancellazione dei Comitati Provinciali del CONI – ha dichiarato il Presidente provinciale del Coni di Lecce e vicepresidente regionale, Antonio Pascali, dopo l’incontro -. La notizia ha sorpreso e stupito tutte le comunità sportive locali, abituate a forme di democrazia partecipativa, creando una forte tensione soprattutto perché l’ipotesi è stata appresa dalla stampa, senza che vi fosse stata alcuna preventiva valutazione o un confronto tra gli organi preposti. La delibera del Consiglio Nazionale del CONI del 30 settembre u.s. ancora oggi non ci consente analisi, perchè nulla dice in merito alle prospettive future del mondo sportivo italiano e non fornisce indicazioni su cui ragionare sotto il profilo dei dati contabili ed amministrativi. Siamo convinti che la soluzione si può trovare solo se si hanno progetti e proposte chiari su tre tematiche: 1) il taglio dei costi e dei servizi erogati ai cittadini; 2) la ricerca di nuove risorse; 3) le prospettive di sviluppo. Purtroppo questi temi non trovano una risposta esaustiva nel documento programmatico “Lo Sport Italiano verso il 2020” posto alla base della Delibera del Consiglio Nazionale. È questo il motivo dell’astensione dal voto dei 6 rappresentanti dei Comitati Provinciali e Regionali in seno al Consiglio Nazionale del CONI: non si può approvare un documento che dice poco o nulla di propositivo, non solo sulla soppressione dei comitati provinciali, ma anche sulla riorganizzazione territoriale».
Il Presidente Pascali espone quindi le iniziative che si intendono intraprendere per sbloccare la situazione: «Riteniamo che da un incontro tra i rappresentanti istituzionali dei Comitati presenti in Consiglio Nazionale ed i vertici del Coni, ossia il Presidente Petrucci ed il Segretario Pagnozzi, possano scaturire soluzioni idonee per il futuro dell’organizzazione territoriale, attraverso un percorso democratico di condivisione delle idee, evitando pericolosi arroccamenti su gestioni monocratiche di stampo autoritario. L’obiettivo delle riunioni fatte era trasformare la protesta in proposta, partendo da un dato irrinunciabile: il rispetto assoluto del principio di sussidiarietà stabilito dalla Costituzione Italiana (art. 118) e dal Trattato di Lisbona (artt. 5, 12, 69), nonché della riforma federale dello Stato Italiano. Il territorio è, infatti, la dimensione nella quale vivono i cittadini ed i servizi devono essere erogati nel posto più vicino ai cittadini. È scorretto accomunare i Comitati Provinciali del CONI alle Province Amministrative perché, in quest’ultimo caso, se venissero abolite le Province rimarrebbero i Comuni ai quali affidarne i compiti. Nella riforma raccontata sui giornali, invece, a fronte della soppressione dei Comitati Provinciali del CONI non ci sarebbe nessun altro presidio pubblico per lo Sport sul territorio».
Pascali, infine, conclude: «Siamo convinti che ci siano ampi margini per rivedere scelte che riteniamo drastiche e poco efficaci in termini economici. Siamo certi si possa intervenire su tanti altri sprechi senza penalizzare il volontariato. Ricordiamo, infatti, che i Comitati Provinciali sono animati da migliaia di volontari ed i loro organi – Presidenti, Giunte e Consigli – non percepiscono stipendi o indennità, a differenza di altri organi».
Nelle riunioni delle Aree Nord, Centro e Sud di sabato scorso sono state raccolte idee e proposte finalizzate a dar vita ad un nuovo modello territoriale che possa essere valido anche dopo il 2020. Tali proposte confluiranno in un unico documento redatto con il contributo di esperti del sistema sportivo, finanziario, comunicativo ed organizzativo che, grazie alla rete relazionale della dirigenza territoriale, offrono gratuitamente il loro contributo. I principi operativi emersi ed inseriti nel documento nazionale saranno oggetto di confronto ed ulteriore dibattito nella Conferenza di tutti i Presidenti, convocata per il 4 Novembre prossimo a Roma.