E’ noto ormai a tutti: le nostre città sono tra le più belle del mondo. Anche la meno celebrata, la più opaca, ha un suo carattere, una sua personalità, e vanta almeno un gioiello architettonico.
Alcune sono di origine antichissima, e le vestigia del tempo andato spuntano qua e là tra le moderne strutture; altre sono state edificate dai Romani; altre ancora sono sorte nel Medioevo o in epoca rinascimentale; alcune, poche, sono state fondate dal nulla in tempi recenti, là dove la bonifica aveva reso abitabile l’acquitrino o dove lo pretendeva lo sviluppo commerciale.
Il fascino di Lecce, che Gregorovius denominò “Firenze del barocco” ed altri “Atene delle Puglie”, resta immutato nel tempo, ammirando i tetti piani a terrazzo, le altane gialle dove si elevano i campanili, le cupole e le vette delle chiese di origine salentina, messapica, romana, greca, normanna e spagnola… Questa città, di origine remotissima, mutò diverse volte nome durante i secoli: Litium, Aletium, Lupiae, Licien, Lezze.
Denominazioni che rivivono nel suo stemma, una lupa, eretta fieramente davanti ad un albero di leccio che anticamente si trovava in un vecchio e fitto bosco, tra Brindisi ed Otranto, con una fiorente vegetazione e popolatissimo di lupi; in questo modo attribuirono il leccio, Lecce ed i lupi alla figura della lupa, da cui ebbe origine il suo stemma figurativo.
Ma forse l’origine vera del suo nome si trova in “lithos”, l’inesauribile pietra della zona che, per la sua struttura morbida e marmosa, per la sua adattabilità allo scalpello, ha contribuito alla formazione architettonica del barocco che ha reso questa città, per stile e colore, unica al mondo. La gemma più fulgida del patrimonio artistico leccese è la basilica di Santa Croce contigua al palazzo del Governo, ma è la Piazza del Duomo, formata da quattro edifici monumentali (il Duomo, il Seminario, il Palazzo Vescovile ed il Campanile di 68 metri), la perfetta sintesi di tutta l’arte tipicamente barocca di questa città. Il teatro e l’anfiteatro testimoniano il suo passato romano; la chiesa dei SS. Nicola e Cataldo nel cimitero rispecchia la floridezza normanna ed il castello di Carlo V, le esigenze militari cinquecentesche.
Il turista che attraversa la città non può non notare che Rinascimento e Barocco sembra si siano dato appuntamento per rendere magico ogni angolo dell’antica Lecce: meravigliosi palazzi nobiliari ricchi di sculture, con ampi cortili e luminose verande, la arricchiscono di bellezze quasi naturali.