L’acqua continuerà a sgorgare dal rubinetto. Almeno fino a marzo. Poi, per i 675 leccesi morosi di Aqp e inquilini delle case popolari gestite dallo Iacp non ci saranno più scuse né deroghe.
A deciderlo il tavolo tecnico convocato a Bari dall’assessore regionale alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati, in conseguenza dell’approvazione del relativo ordine del giorno in consiglio regionale, presentato dal consigliere democratico Antonio Maniglio. Entro la fine della settimana, Aqp comunicherà a tutte le autogestioni il dato di consumo relativo alle utenze morose. Poi, i tempi si diversificheranno: per i 300 inquilini morosi e non destinatari di riaddebiti, la data perentoria è fissata per il 5 marzo, mentre per i 400 a carico dei quali esiste già un riaddebito, il termine è fissato per il 19 marzo. Entro questi giorni, dunque, vanno effettuate le verifiche e vanno anche sottoscritte le transazioni, con accordi di rateizzazione che, nel primo caso, possono dilatarsi fino a sei mesi, nel secondo caso fino a un anno.
Aqp, intanto, continua a vantare un credito nei confronti dei morosi di 4milioni di euro, maturato nel periodo che decorre dal primo gennaio 2007.
“Sono soddisfatto del risultato raggiunto – ha dichiarato Amati – perché sancisce, allo stesso tempo, il dovere per tutti i cittadini pugliesi di pagare l’acqua e l’attenzione che si deve quando in gioco vi sono situazioni di difficoltà e disagio. È chiaro che dopo l’accordo raggiunto oggi non vi sarà spazio per ulteriori deroghe o revisioni dell’intesa”. Il termine fissato nelle due date di marzo, infatti, è perentorio e questo significa che, se non si provvede, il servizio di erogazione idrica verrà sospeso.
Soddisfatta anche la vicepresidente della Regione, Loredana Capone: “è un bene- ha detto- che, in un momento di crisi così grave come quella attuale,
in cui tante persone hanno serissime difficoltà economiche e di lavoro, ci
possa essere una dilazione che conceda un momento di respiro”. Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo del Pd in consiglio comunale Antonio
Rotundo. Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, invece, spegne un po’ gli entusiasmi e coglie l’occasione per lanciare frecciate alla sua concorrente per eccellenza alla poltrona di Palazzo Carafa: “è stato ottenuto il minimo indispensabile, ma, senza dubbio, il termine perentorio stabilito nella data del 19 marzo non ci sembra assolutamente sufficiente per espletare tutti i conteggi e, quindi, per avere la certezza degli importi dovuti. Sarebbe stato auspicabile un termine ultimo stabilito almeno nella data del 30 aprile. Purtroppo, questa mia proposta avanzata al tavolo – cui erano presenti non solo diversi consiglieri regionali (compreso Antonio Maniglio), ma anche la stessa vicepresidente Loredana Capone – non ha avuto l’adeguato sostegno dei componenti della giunta e dei consiglieri del Pd”. Insomma, gli attriti di fondo della campagna elettorale leccese sbarcano a piè pari fino a Bari. “Spiace- conclude Perrone- dover constatare che qualcuno si dica soddisfatto per un risultato che, a mio parere, poteva essere migliore, se solo ci fosse stata un’unità di intenti nel ribattere ad AQP che, di fatto, ha dettato tempi e modi della trattativa”.