Ad un giorno dalle dichiarazioni rilasciate da Mario Monti sulla vicenda calcioscommesse, ieri i giornali titolavano così:
Il Messaggero, “Monti: “Fermare il calcio per tre anni””; per La Repubblica è “Monti shock: “Il calcio andrebbe fermato””; shoccata anche la Gazzetta
dello Sport col suo “Monti shock – affondo del Presidente del Consiglio al mondo del Pallone”; più deciso il Corriere dello Sport che esplicita l'”affondo”: “L’affondo di Monti: “Calcio da fermare””. Anche Il Fatto Quotidiano si lascia andare: “Monti: “Basta calcio per qualche anno””. Imbattibili come sempre Libero e Il Giornale: il quotidiano diretto da Belpietro lascia alla penna di Franco Bechis il commento alle dichiarazioni di Monti esposto nell’articolo di fondo dal titolo “Il premier: stop al calcio. Monti vuol creare milioni di disoccupati”. Fantastico invece il quotidiano di Alessandro Sallusti che a tutta pagina (alla faccia del terremoto) titola “Proposta shock – Monti ci toglie il calcio”.
Se qualcuno non avesse ascoltato le parole del Presidente del Consiglio penserebbe, leggendo questi titoli più o meno shoccati, che il Governo ha deciso di stoppare il campionato e si stia attrezzando per attuare l’insano proposito.
In realtà Monti, ha semplicemente detto: “Non sto facendo una proposta e men che meno una proposta che viene dal Governo ma è un desiderio che qualche volta io dentro di me sento: se per due tre anni per caso non gioverebbe molto alla maturazione di noi cittadini italiani una totale sospensione di questo gioco”, ha espresso cioè una opinione strettamente personale, parlando per una volta da comune cittadino, da semplice spettatore di uno spettacolo indegno. Un’opinione che si fa davvero fatica a non condividere, che appare addirittura ovvia se si prenmdono in considerazione alcuni banalissimi motivi.
Nessun processo, che sia fatto dalla giustizia sportiva o da quella ordinaria, può riuscire a scoprire e punire in un tempo brevissimo, ovvero quello che intercorre da qui all’inizio della prossima stagione, tutti ma proprio tutti i colpevoli di una vicenda che per di più si allarga a macchia d’olio e giorno dopo giorno assume confini sempre più larghi, (gli stessi giudici di Cremona hanno parlato di un’inchiesta che “potrebbe durare all’infinito”). Sono più di 50 le squadre coinvolte in questo scandalo, dalla Lega Pro alla Serie A, il cui destino è appeso alle sentenze di una giustizia sportiva che ancora non ha aperto i propri procedimenti. Ai prossimi campionati quante e quali squadre parteciperanno? In quanto tempo si dovrà decidere la composizione dei tornei del prossimo anno? E nel frattempo le società per quale serie dovranno prepararsi? Basteranno due mesi a stabilire le effettive responsabilità e le relative pene? Oppure si deciderà di disputare i prossimi tornei sub judice con una spada di Damocle sulla testa delle squadre coinvolte, pronta a stravolgere i verdetti che emetterà il campo? Dopo Calciopoli qualcuno gridò allo scandalo perché le sentenze della giustizia sportiva sarebbero state sommarie e inique. Siamo tutti pronte ad accettare le sentenze “rapide”, o ci stiamo già preparando a rivendicare scudetti, promozioni e salvezze a posteriori?
Comunque andrà, senza un taglio netto, i prossimi tornei professionistici rischiano di essere totalmente falsati. Forse Monti ha esagerato con i tempi, forse tre anni sono troppi, ma un anno di stop, in questa situazione, sembra quasi fisiologicamente necessario per ridare ordine ad un movimento devastato e ripartire con un minimo di credibilità.
Bisogna però ammettere che uno stop sarebbe possibile solo nel mondo ideale, nella realtà è un’opzione impraticabile prima di tutto perché il calcio non è fatto solo dai calciatori o dai dirigenti corrotti, il calcio è un’industria che fa lavorare migliaia di persone oneste che in qualche modo devono essere garantite. Questo Monti lo sa benissimo e per questo ha precisato che la sua era un’opinione personale, non una proposta governativa, un’opinione che ha mostrato subito i connotati della provocazione.
Peccato che in Italia le provocazioni proprio non le capisca nessuno, infatti i commenti, a tutti i livelli sono andati dall’indignato all’arrabbiato: la palma del commento più inutile e ottuso va a Maurizio Zamparini, presidente del Palermo,secondo cui Monti dovrebbe vergognarsi “perché il calcio tutti gli anni dà un miliardo di euro circa di tasse allo Stato e con l’indotto forse due miliardi”. Il calcio paga, se poi muore chissenefrega.