Nessuno sventolio di bandiere tricolori, volti scuri e sguardi bassi nel Salento dopo la sconfitta della nazionale azzurra contro la Spagna. Tanti sostenitori hanno abbandonato i locali del centro del capoluogo prima della fine della partita, quando, dopo il terzo gol, la vittoria degli iberici è apparsa un dato acquisito.
Le strade sono rimaste semi deserte fino al fischio finale.
Ha impiegato davvero poco tempo la Spagna di Vicente del Bosque per spegnere i sogni degli italiani. Perché quando dopo appena 14 minuti di gioco David Silva ha portato in vantaggio le Furie Rosse, l’Italia tutta – quella riunita nelle piazze, davanti alla tv di casa o dinanzi al maxischermo della tendopoli di Medolla – ha capito che non ci sarebbe stato proprio nulla da festeggiare. Troppo forte questa Spagna del triplete, già Campione d’Europa e del Mondo; troppo facile avere la meglio su un’Italia cocciuta e determinata, tenace e combattiva fino alla finale, ma arrivata sul più bello con le pile scariche, pesanti acciacchi e in riserva di idee e gioco. E così la festa si è spenta in un mesto rincasare, un ammainabandiera dal sapore acre della sconfitta.
Quasi tutte invendute le maglie azzurre con la scritta ‘Campioni d’Europa’ offerte dagli ambulanti di piazza Mazzini.