Potrà sembrare strano, eppure fra le città candidate, secondo la tradizione, a custodire il Santo Graal, qualunque cosa esso sia: il calice dell’ultima cena, la pietra di smeraldo ricavata dall’occhio di Lucifero, la lancia di Longino e via dicendo, Bari è una di esse.
Molti si chiederanno: “ Ma come? Il capoluogo della Regione Puglia potrebbe custodire il Santo Graal? Abbiamo dunque un tesoro da scoprire a così poca distanza?” – Parlo dei Pugliesi ovviamente – Sembrerebbe di si, dal momento che la tradizione che vuole il Graal custodito a Bari sembra sia abbastanza remota.
Tutto inizia nel lontano 1087, anno in cui un gruppo di mercanti porta a Bari i resti di San Nicola, che precedentemente erano in Turchia, e che vengono traslati nella basilica costruita in suo onore. Tuttavia, secondo alcune fonti non ufficiali, sembra che la traslazione del santo a Bari fosse solo un pretesto per mascherare un trasferimento ben più importante: il Santo Graal. Infatti, secondo alcune ipotesi, in realtà i suddetti mercanti erano dei cavalieri inviati in una missione top secret dal pontefice Gregorio VII, con lo scopo di recuperare la sacra reliquia prima che questa potesse cadere nelle mani dei Turchi. Se questi avessero sfruttato il magico potere del Graal, sarebbero riusciti ad impossessarsi dell’Impero Bizantino ed a dominare l’intero mondo cristiano.
Giunti in Asia Minore, per la precisioni a Myra, in una piccola chiesa sconsacrata i cavalieri trovarono una tomba contenente alcune ossa, in seguito identificate come quelle di San Nicola, e, sempre secondo alcune fonti leggendarie, le avrebbero traslate a Bari, mascherando così il vero motivo della spedizione e l’edificazione della basilica dedicata al santo. Un rilievo sull’architrave della porta laterale della basilica riporta alcuni combattimenti fra cavalieri che in molti hanno voluto identificare con quelli della Tavola Rotonda, Re Artù incluso. La presenza del Santo Graal a Bari avrebbe protetto il normanno Roberto il Guiscardo, alleato del pontefice nella disputa contro il Sacro Romano Imperatore Enrico IV. Non solo, anche in tempi più recenti la città di Bari sarebbe stata protetta da catastrofi naturali ed antropiche proprio dalla presenza della reliquia.
A quanto si racconta, la tomba di San Nicola continua a produrre un liquido chiamato “manna” che ha poteri terapeutici e nutritivi. Dunque, c’è una possibilità che la reliquia più sacra di tutte sia custodita a Bari ma è bene avvertire i potenziali cercatori che è il Graal a scegliere chi lo scoprirà, per chi non è degno, avvicinarsi ad esso è notevolmente pericoloso.
Cosimo Enrico Marseglia