LECCE – E’ stato aperto un fascicolo ipotizzando l’accusa di omicidio volontario per comprendere se dietro quello che sembra essere un suicidio ci sia dell’altro.
La Procura, insomma, non vuole trascurare alcun particolare sulla morte della ragazza di 22 anni trovata cadavere nelle campagne di San Cassiano. E come atto dovuto è stata anche messa nera su bianco l’accusa (quella più pesante prevista dal codice penale) per consentire l’autopsia sul corpo della ragazza che verrà eseguita in tarda mattinata presso la camera mortuaria del “Vito Fazzi”.
I carabinieri della Compagnia di Maglie hanno scavato a fondo nelle ultime ore di vita della ragazza e sarebbe spuntato, cosa ormai ben nota, che la giovane avesse avuto un forte litigio con il fidanzato.
Sono stati ascoltati amici e parenti per comprendere le ragioni di quell’allontanamento. Da sabato, infatti, il telefonino della ragazza risultava spento e di lei si era persa ogni traccia. Per ora, ed è bene chiarirlo, gli investigatori non hanno dubbi su nessuna persona.
Lo stesso fidanzato, descritto come un ragazzo per bene e logicamente “protetto” da amici e parenti, sarebbe risultato uno dei primi ad attivarsi nelle ricerche della propria fidanzata cercando in qualche modo di aiutare gli investigatori nelle ricerche.
Ma il fatto che non sia stato trovato alcun segno di colluttazione sul corpo della giovane, la cinghia rotta recuperata nelle immediate vicinanze del corpo ormai senza vita e la fibia della cinghia stessa fra i capelli lasciano pochi dubbi. Gli ultimi li fornirà l’autopsia.
Francesco Oliva