“Sull’emergenza Xylella si è chiuso il percorso e da lunedì si comincia a intervenire sul cordone sanitario con le prime eradicazioni” afferma l’assessore all’agricoltura della regione Puglia e coordinatore della Commissione delle politiche agricole della Conferenza regioni al termine di un’audizione in Senato sull’emergenza Xylella in Salento. “Abbiamo dovuto allargare la fascia di 15 km visti i nuovi focolai riscontrati a Oria – aggiunge – Il commissario Silletti lunedì sarà lì per il via all’abbattimento”.
Giuseppe Silletti, in audizione in commissione Agricoltura al Senato ha osservato come “abbiamo buone possibilità di fermare il batterio se i proprietari dei terreni collaborano adottando le buone pratiche agricole, dalla potatura, all’aratura, alla concimazione e l’uso degli antiparassitari”. “La prossima settimana termineranno le analisi sugli ulivi a rischio xylella per determinare la presenza o meno del batterio, sulla base del quale saranno decise le sorti delle piante” ha detto il commissario. “L’abbattimento non sarà indiscriminato – ribadisce Silletti – ma ‘chirurgico’, in base al riscontro delle analisi. Andranno a terra le piante realmente malate, su cui è stata rinvenuta la presenza del batterio”. Una stima sul totale delle piante infette del Salento, secondo Silletti “non è possibile”. In merito all’indicazione di un 10% malato giunta dalle autorità europee, Silletti osserva che “se questo fosse il dato, sarebbe un dramma, riguarderebbe un milione di piante su 10 milioni nel Salento”.
“Le preoccupazioni espresse dal portavoce del commissario alla salute risalgono a quanto emerso dall’ultimo incontro avuto a Bruxelles alla fine del mese scorso” secondo Nardoni. “In quella sede – spiega – furono suggerite alcune misure, tra le quali l’allargamento della fascia di eradicazione. A seguito di quell’incontro è stato adeguato il piano del commissario”.
“Riguardo ad altre misure pure paventate di blocco della vite e degli agrumi e di altre 150 specie ospiti – prosegue Nardoni – richiamo nuovamente la lettera scritta nei giorni scorsi dal presidente Vendola al primo ministro Renzi con la quale si chiede un rafforzamento del ruolo politico dell’Italia su questa vicenda per contrastare interessi economici contrapposti di altri Stati membri che spingono verso soluzioni radicali e attualmente non confortate da rilievi scientifici”. “Se volessi inoltre iscrivermi al gioco che è di moda in questi giorni del rimpallo di responsabilità – insiste – dovrei dire che anche la Regione è preoccupata dalla totale assenza dell’Europa in questa vicenda. Un dramma che viene trattato come una qualsiasi calamità, mentre si tratta di un evento che per dimensioni e conseguenze ha portata eccezionale e straordinaria. Ma ad oggi non c’è nessun bando sulla ricerca, nessun indennizzo in favore di agricoltori e vivaisti danneggiati e il contributo dell’Europa per le azioni di eradicazione è di soli 700 mila euro, rispetto agli oltre 17 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Puglia e dallo Stato italiano”.
Infine Nardoni si dice “preoccupato anche dall’atteggiamento di una grande organizzazione professionale agricola che cerca visibilità sulla stampa oggi come censore della Regione, ieri con la storia dello scambio dei ramoscelli d’olivo nella giornata della domenica delle palme e non fa l’unica cosa che in questo momento sarebbe necessaria: ovvero sollecitare i propri iscritti a fare le pratiche agronomiche che da inconfutabili riscontri scientifici, oltre all’eradicazione, rappresentano l’unico rimedio per frenare l’evoluzione della malattia”.