TRICASE (Lecce) – “Noi come loro” è il nome di un’associazione nata a Tricase con l’obiettivo di tutelare gli animali ed educare al rispetto nei loro confronti.
L’ambizioso progetto di portare nelle scuole una “materia alternativa” nasce dall’idea di una maestra di nome Dora Rizzo: “Vorrei che i bambini capissero che ci si può divertire senza dover necessariamente causare sofferenza ad un altro essere vivente e che poi lo spiegassero ai loro genitori”. Il percorso di informazione è stato avviato presso l’Istituto Comprenivo di Diso, con sedi ad Andrano, Castro e Marittima.
Tutto ha inizio con un cartone animato, il modo migliore per attirare l’attenzione dei bambini verso un tema che probabilmente diversamente potrebbe essere frainteso dall’ingenuità tipica di quell’età. Il personaggio è rinchiuso in una gabbia e le immagini acquisiscono maggiore significato con il racconto della storia di “Ottorino, l’elefantino”, maltrattato e costretto ad addestramenti crudeli. La sensibilità dei bambini è di facile conquista ma ha radici ben più profonde e fondate.
Lo scopo del percorso consiste principalmente nello sviluppo dell’empatia tra tutti gli esseri viventi al di là della specie e della razza. Inevitabile il nesso con un altro scottante argomento: il fenomeno del randagismo e dell’abbandono che ancora troppo spesso riempie le pagine dei social network e dei media con incresciosi racconti.
Il progetto si sviluppa con maggiore convinzione quando le volontarie dell’associazione vengono a conoscenza di un evento che ha visto partecipe un coccodrillo, diventato il triste protagonista di una festa di compleanno. L’episodio ha generato non poche polemiche nel mondo animalista e gli “incauti” genitori che hanno deciso di regalare al proprio bambino la speciale presenza di un coccodrillo e di ben due “pericolosi” serpenti, si sono presto trovati nel mirino di incalzanti critiche: “Gli animali provenivano da un circo che in questi giorni porta in giro per i nostri Comuni il suo cosiddetto spettacolo con gli animali. Verrebbe da chiedere a questi genitori se è davvero questo il messaggio che vogliono far giungere ai loro figli: tutto è lecito, anche portare via un animale dal suo habitat, segregarlo, privarlo della sua natura, usarlo come un pagliaccio per farci divertire…”.
Quanto accaduto ha rafforzato la convinzione degli attivisti proiettati verso un’opera educativa volta alla sensibilizzazione dei più piccini, troppo spesso influenzati negativamente dagli adulti:
“Non pretendiamo di ergerci a giudici o giustizieri, ma alla luce di quanto accaduto, e visti i numerosi maltrattamenti che continuano a perpetrarsi quotidianamente, riteniamo che, oggi più che mai, sia necessaria un’incisiva azione educativa di questo tipo che coinvolga tutti gli alunni di scuola primaria e secondaria del territorio”.
Pamela Villani