Nella prestigiosa sede di Palazzo Vernazza in questi giorni la VISIONE si traduce in materia viva! Luigi e Maurizio Martina, due artisti salentini, fratelli e figli d’arte, accomunati dalla formazione artistica, l’ Accademia di Roma e l’Istituto d’Arte di Lecce, da tanta ricerca e molte esperienze che li ha tenuti anche lontani, oggi, li vede insieme in una intrigante personale di arte contemporanea allestita a Lecce nel cinquecentesco Palazzo con “VISIONI. l’arte ha occhi ben aperti più del giorno”, inaugurata il 10 settembre scorso e che si concluderà sabato 24 settembre 2016.
Sono circa 100 le opere, una vera e propria antologica di cui gli spettatori potranno goderne, allestite su due piani del Palazzo: al piano terra si è accolti dalle opere di Luigi, e al primo piano, di Maurizio.
Abbiamo fatto insieme ai due artisti un percorso emozionante e sincero, raggiunti, ogni tanto, lungo le stanze, dall’autorevole e competente presenza dell’organizzatrice Ambra Biscuso che ha voluto fermamente, e a buon titolo, portare i due artisti a Lecce.
Entrando nella prima sala del primo piano, nello spazio dedicato a Maurizio Martina che oltre all’arte della pittura e della scultura, possiede il culto della poesia, siamo accolti dai primi lavori che risalgono agli anni 1990-1996. Sono piccole sculture in creta ricoperte da coloratissime stoffe definite dall’artista “STOFFE ANIMATE” che rimandano a espressioni umane con cromie e segni tribali. Due opere di questa serie sono state in mostra alla Quadriennale di Roma nel 1996. Ma, ancora, avviluppano e accompagnano lungo le stanze tra lo stupore dello spettatore i VISI POSSIBILITÀ .
Una vasta gamma di volti i cui elementi sono la scultura, lo scatto fotografico che successivamente Maurizio Martina illumina con disegni arabeschi, “sono interventi artistici giunti da una tecnica segreta che come un mago, non posso svelare” suggerisce, soddisfatto, lo stesso artista. Perché coglie la nostra curiosità, ma anche quella del fratello Luigi.
Intanto, ci soffermiamo accanto a opere singole e anche assemblate come a voler moltiplicare le emozioni per narrare e restituire vicende umane che riguardano ognuno di noi, che diviene faticoso accettare per se stessi, perché è molto difficile farsi carico delle proprie responsabilità. E questo l’artista lo ha compreso molto bene!
Ma è proprio questo che intende fare l’Arte: scuoterci per indurci e convincerci a fare bene la nostra parte!
Perché, la ricerca di Maurizio Martina non si ferma sull’ovvio, egli, audacemente, sgombro da ogni pudore racconta la vita nella sua ineluttabile drammaticità, radiografando l’umanità, restituendoci sguardi ora morbidi, ora inquietanti, labbra ora mute, ora urlanti e tanti, tanti volti, profili e primi piani di grandi dimensioni, mutevoli e sinuosi in un continuo e abile movimento. I volti sono mappe di un mondo che si è rimpicciolito e di cui dovremmo aver cura, sono maschere ricoperte di tessuto a righe che infondono sinuosità e prorompente bellezza cromatica. Sempre e comunque anonimi alla ricerca di una propria identità.
Colmi da tanta poesia e impegno artisitco, ci dirigiamo al piano terra e ci accostiamo all’Opera di Luigi Martina: cartapesta, scatti fotografici, pietra, elaborazione grafica, plexiglas. Questi gli elementi della sua Arte che restituisce allo spettatore in opere di grandi dimensioni bidimensionali e tridimensionali suggellate da linee morbide, sinuose per raccontare il tempo che scorre e lo spazio oscillante di cui oggi finalmente la scienza ci svela quel segreto, tanto conclamato, fin dalle origini, dalla filosofia: il tempo e lo spazio due entità che non esistono, due essenze come condizione della mente.
Luigi Martina nel suo spazio racconta la quotidianità nelle diverse sfaccettature: quella morbida e amorevole quando propone le opere dedicate al figlio, come DUE ATTIMI, tra scatto fotografico, stampa digitale resinata con interventi di colori e matite che gli è valso il premio Teknè -e che proprio in quella occasione ho avuto modo di conoscere- e SENZA TITOLO, in vetrofonia.
In questa ricerca, che tanto lo ha appassionato, egli deforma la realtà per poter sperimentare un altro punto di vista.
Ma l’artista narra anche la vita nel suo aspetto più crudele, colma di violenza e orrore che denota, in fondo, la fragilità dell’essere. È l’opera AILEEN che ricorda la condanna a morte di una serial killer americana. “Il suo spietato sguardo di oggi è anche quello di una bimba innocente” sottolinea l’artista. “La pena di morte non è una vera giustizia, perché condanna non solo la donna, ma anche la bimba che è stata”, ancora incalza, proponendo una via d’uscita che si traduce nel perdono.
La scultura, espressione di voci interiori accompagnata da abili gestualità, controllata dalla sapienza dell’agire, PRIGIONIERO, in metallo e pietra, materiali forti e rassicuranti, ma nello stesso tempo, segno di costrizione e condizionamento sociale, ha segnato l’inizio del percorso artistico di Luigi Martina, come egli stesso precisa.
CONDIZIONE UMANA è una scultura in cartapesta. L’artista utilizza questa tecnica antica, peculiarità di una significativa ed eccellente, quanto mai attuale, tradizione salentina, proponendo opere uniche e innovative in forme e in soggetti contemporanei: una ricchezza di sculture e installazioni dove luci e ombre si abbracciano restituendo una personalissima plasticità e regalando sensualità. E che dire della sorprendente CUORE, stampa di una scultura su plexiglas? È un volto vivo, palpitante, pronto, da un momento all’altro, a liberarsi di tutti gli orpelli, prender vita e staccarsi dal muro!
Il percorso artistico con i due fratelli Luigi e Maurizio che inevitabilmente si è dovuto concludere, anche se tanto c’era ancora da scoprire, è stato vibrante e colmo di tante sorprese.
I due artisti, nati a Monteroni di lecce, hanno una esperienza ricca di soddisfazioni, tra partecipazione a mostre, premi e riconoscimenti.
La mostra “VISIONI. l’arte ha occhi ben aperti più del giorno” organizzata dall’ Associazione “Le Ali di Pandora” in collaborazione con la casa editrice “Raggio Verde”, il patrocinio del Comune di Lecce e partner la rivista “ Arte e Luoghi”, si snoda, lungo i giorni, in un percorso ricco di eventi culturali intorno all’Arte con performance di teatro, musica e conversazioni.
La mostra è sostenuta da una pregevole pubblicazione, uno speciale dedicato ai fratelli Martina, realizzato dalla rivista “Arte e Luoghi” diretta da Antonietta Fulvio, disponibile presso la mostra. Che si consiglia!
Alla fine di questa passeggiata artistica mi vien da pensare che “Ancora una volta l’Arte ci conferma di essere un varco nell’Infinito, la perfezionatrice della vita!”
Pompea Vergaro