Verso la fine del 1806 Napoleone era a Varsavia, impegnato in una delle sue campagne belliche contro la Russia e la Prussia. Un anno prima c’era stata la vittoriosa battaglia di Austerlitz, seguita dall’altra vittoria a Jena e la potenza dell’Empereur era ormai all’apice. La Polonia all’epoca si trovava in una situazione difficile a causa delle mire di Austria, Prussia e Russia che se ne erano spartite il territorio, pertanto i nazionalisti polacchi speravano in un interevento di Napoleone per ridare e proteggere l’indipendenza del loro Paese. Fu in tale contesto che l’Imperatore conobbe ad un ballo la giovane e bellissima contessa Maria Łączyńska, più tardi nota come Maria Waleska, terza moglie dell’anziano conte Anastasy Colonna Walewski, al quale aveva dato già un figlio l’anno prima. Spinta dai patrioti polacchi, incluso il marito, la bella contessa si ritrovò nel letto dell’Imperatore, tuttavia, benché entrataci per motivi patriottici, ne usci fuori completamente innamorata. La relazione continuò durante la successiva campagna militare, culminata nella vittoria di Friedland, il 14 giugno 1807, e la pace di Tilsit, al punto che si parlava della contessa come della consorte polacca di Napoleone. Il sentimento di Maria era sinceramente ricambiato dall’Imperatore che spesso, durante le successive campagne, ricercava nei momenti liberi la sua presenza.
Il 4 maggio 1810 Maria diede alla luce il frutto del suo amore per Napoleone, che fu riconosciuto dal marito, nonostante si sapesse, anche per via della notevole somiglianza, di chi fosse figlio. Al bambino fu imposto il nome di Alexandre Florian Giuseppe Colonna Walewski. La nascita del bambino rese felicissimo l’Imperatore, già padre di un altro figlio naturale, che però non aveva ancora un discendente legittimo cui trasmettere la corona, a causa della sterilità della moglie Giuseppina.
Fra il 1810 ed il 1815, dopo il divorzio dal Conte Walewski, Maria visse a Parigi con Alexandre e, durante l’esilio all’Isola d’Elba, si recò insieme al figlio a trovare Napoleone, donandogli forse uno dei pochi momenti felici, dal momento che le Potenze Alleate riunite a Vienna, gli impedivano di vedere la moglie Maria Luisa ed il figlio legittimo Napoleone II.
All’età di 14 anni Alexandre si rifiutò di aderire all’esercito imperiale russo e fuggì prima a Londra e successivamente a Parigi. Salito al trono francese Luigi Filippo, nel 1830, fu inviato nuovamente in Polonia dove venne coinvolto nelle sommosse per l’indipendenza della Madre Patria, Inviato nuovamente a Londra, contrasse matrimonio nel 1831 con Catherine Montagu, figlia del conte di Sandwich, da cui ebbe una figlia ed un figlio, morti giovani, mentre la stessa moglie morì di parto.
Rientrato a Parigi, essendo comunque naturalizzato francese, si arruolò come ufficiale nella Legione Straniera, partecipando alle guerre per la conquista dell’Algeria. Congedatosi intraprese la carriera diplomatica e si dedicò anche alla letteratura ed al giornalismo, fondando anche un giornale: Le Messager. Quando sul trono francese salì suo cugino Napoleone III, Alexandre ebbe incarichi diplomatici di una certa importanza: fu ambasciatore a Firenze nel 1849, a Napoli nel 1850, a Madrid nel 1851 ed a Londra sempre nel 1851. Inoltre fu anche Ministro degli Affari Esteri dal maggio 1855 al gennaio 1860.
Nel 1846 Alexandre si risposa con una nobile italiana, Maria Anna Ricci, da cui ha un figlio, Charles, e tre figlie, Isabel, Elisa ed Eugenia. Un altro figlio ma naturale, Alexandre Antoine, era venuto dalla relazione con l’attrice Elizabeth Rachel Felix.
In disaccordo con la politica di Napoleone III, in merito alla questione dell’unità italiana, Alexandre si dimise da Ministro degli Esteri, tuttavia gli fu riconosciuto il Ministero di Stato e la Direzione dell’Académie des Beaux Arts. Inoltre fu eletto deputato e fu Presidente del Corpo Legislativo fra il 1865 ed 1867. Nel 1866 Napoleone III lo nominò principe.
Alessandro morì per un attacco cardiaco a Strasburgo il 27 settembre 1868, all’età di 58 anni, e fu sepolto a Parigi nel cimitero monumentale di Père Lachaise.
Cosimo Enrico Marseglia