LECCE – Nei giorni scorsi il rettore Zara, a proposito dei 49 milioni che l’Università del Salento rischia di perdere, ha chiesto a tutto il territorio di unirsi e far sentire la sua voce per far sì che l’unica possibilità di recupero delle risorse possa andare in porto. Le manutenzioni di importanti edifici rischiano di andare in fumo: la proroga non verrà concessa se la normativa statale resterà immutata, ma c’è un’altra possibilità. Si tratta di un emendamento presentato da Rocco Palese, deputato CoR, al decreto 243/2016 in via di conversione in legge, per far recuperare la possibilità di proroga all’Ateneo salentino. L’Università del Salento avrebbe dovuto appaltare le gare entro giugno dello scorso anno o entro dicembre per le opere che richiedono la Valutazione Ambientale Strategica. Le risorse del Piano per il Sud (originariamente 70 milioni) erano una straordinaria occasione per dare ossigeno all’edilizia salentina e per ristrutturare tanti edifici universitari. Il nostro giornale continua ad ospitare gli interventi di tutti coloro che intendano dare un contributo a fare chiarezza su questa vicenda, che siano «zariani» o «laforgiani.
«Leggendo le varie dichiarazioni sulla stampa si ha la sensazione che si cerchi di fuorviare i non addetti ai lavori con un uso distorto delle parole: tendente a presentare la procedura definita dalla frase citata nel titolo quale una semplice rendicontazione come le precedenti – spiega la senatrice accademica – Non è una semplice rendicontazione quella chiesta qualche giorno fa dalla Regione: è quella conclusiva, e dice chiaramente che tutto quello che non è stato appaltato, quindi privo di OGV, comporta la perdita del finanziamento come determinato dal CIPE (non dalla Regione come si vuol far credere). Tant’è che invece di proroga ora si parla di emendamento a una legge dello Stato che deve essere valutato e approvato in Parlamento! Parliamo della biblioteca di Scienze e Ingegneria (la famosa torre di 10 piani che doveva ospitare un milione di volumi), dei laboratori di Ingegneria, dell’officina meccanica interna al Campus a servizio di tutti i laboratori, delle nuove aule studio di Studium 2000, della manutenzione straordinaria di alcune strutture strategiche, della costruzione di nuove aule studio e aule didattiche del polo umanistico urbano. Si salvano, forse, solo la ristrutturazione del Fiorini e di Ecotekne, sempre che si concluda la procedura pendente davanti al TAR.
La comunicazione sull’argomento è, secondo me, fuorviante: sorvolando sul lapsus sveviano del prof. Zara («comunità accademica, forze civiche e politiche, attori del territorio in tutti i settori facciano [sic!] squadra per avviare le manutenzioni…») che invoca e auspica una sinergia operativa dalla quale sembra autoescludersi utilizzando la terza persona plurale al posto della prima, fuorviante è focalizzare l’attenzione sulla proroga mentre dovremmo chiederci come sia stato possibile arrivare ad avere bisogno di una proroga avendo avuto più di tre anni per completare la procedura e ottenere gli OGV. Qualcuno si assuma finalmente la responsabilità di non aver adempiuto al proprio dovere!
Invocare la ristrettezza dei tempi è un tentativo di nascondere responsabilità precise di chi aveva il compito di realizzare quanto deliberato dagli organi. Basti leggere le delibere del CdA. Se l’Università si fosse dotata di un comitato interno di valutazione dei progetti come previsto dalla normativa (ex art. 44 e sgg de DPR 207/2010) avrebbe ridotto i tempi di gestione dei vari progetti. L’ufficio tecnico è stato nel frattempo riorganizzato dal dirigente Fidora senza prevedere evidentemente le impellenze del Piano per il Sud.
Già a luglio 2016 la Regione Puglia aveva chiesto gli interventi per i quali era stata chiesta la VAS (Verifica Ambientale Strategica) e le Obbligazioni Giuridicamente Vincolanti al 30 giugno 2016 e il CIPE aveva previsto la proroga al 31 dicembre 2016 esclusivamente per gli interventi che dovevano essere sottoposti a VAS (solo 2):quindi tutti gli altri interventi sono decaduti dal giugno 2016. Inoltre da quella data non è cambiato nulla, non risulta alcun avanzamento. Chiedere oggi ai cittadini di mobilitarsi è puro populismo che nasconde inadempienze gravi.
Quanto, poi, all’irresistibile invito del prof. Zara a una presentazione pubblica dei risultati dei suoi primi tre anni devo confessare che l’attendo con ansia, sono curiosa di ascoltare come pensa di creare il “clima giusto” per un dialogo costruttivo dopo aver denunciato alla Procura studenti, rappresentanti degli studenti, ignoti, colleghi, suore e persino un defunto, e taccio di altro. Potremo chiedergli conto dei 5 milioni di euro di deficit previsti per il 2017 e dei 49 milioni persi. Approfitterò dell’occasione per chiedere conto al prof. Zara del perché, come senatore accademico, io debba apprendere dai giornali notizie che riguardano l’Ateneo come, per esempio, i nuovi corsi di laurea inter-ateneo arrivati ai giornali prima che in Senato, come il premio degli ambasciatori dell’Università che non è mai arrivato in Senato né come atto istitutivo né come scelta dei premiati, e questo solo per citare gli eventi dell’ultimo mese sufficienti a rappresentare e smentire nei fatti una gestione solo a parole trasparente e condivisa.
E vorrei che il prof. Zara chiarisse pubblicamente questa sua idea di una «sinergia proficua» che alla luce di quanto detto appare solo il risultato di una nuova strategia comunicativa tesa a deviare l’attenzione dalle sue responsabilità» – conclude Patrizia Guida.
Gaetano Gorgoni